La disinformazione in salsa russa

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‘The Russian Spring’ è un cocktail a base di vodka, ma da quasi dieci anni, sul Web è un’arma al servizio del Cremlino.

Comparve improvvisamente al tempo dell’annessione della Crimea e in questi mesi di guerra all’Ucraina è stato utilizzato per inondare la Rete di video manipolati e notizie costruite ad hoc, a sostegno dell’invasione dell’Ucraina.

Alla voce “Chi siamo” si legge che il sito è curato da “appassionati di eventi storici del mondo russi”. Un sostanziale anonimato, ma Danil Belovodiev che cura il canale Telegram DR417 ha scoperto che il sito, e il canale Telegram ad esso collegato (Operazione Z), sono da ricondurre a uomini vicini a Putin, in particolare al vice della Duma, Dimitry Sablin. 

Per capire la potenzialità penetrativa del sito basta leggere alcuni dati: 30 milioni di visite al mese, addirittura 41 nel mese di marzo, milioni di abbonati.

Uno dei più grandi meccanismi di propaganda della guerra, tanto da raccogliere diversi riconoscimenti dai vertici militari russi. Proprio come fosse un “settore” del meccanismo bellico.

Nel sito, spezzoni di film spacciati per scene reali, interviste e confessioni di militari ucraini, da Russian Spring definiti “tossici” e “neonazisti”. Armi analoghe il Cremlino potrebbe riproporre e mettere in campo in altri scenari dove la “guerra” si combatte sul piano politico. Come del resto è già accaduto. Si pensi alla centrale di disinformazione smascherata a San Pietroburgo.


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