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Il filo nero che lega alcuni corsi in carcere con la mafia siciliana. E sfiora la strage di Bologna. Ora il caso in Parlamento

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Un filo nero nemmeno troppo debole unisce le anomalie nella selezione dei detenuti che seguono corsi interni al carcere di Rebibbia, una certa frangia di estrema destra e una certa parte della mafia siciliana. Sono piccole coincidenze, circostanze in grado di far tremare i polsi, sufficienti per chiedere delucidazioni ulteriori su quanto denunciato dalla recente inchiesta giornalistica di Roma Today che ha, di fatto, provato come l’associazione fondata da Luigi Ciavardini avesse la possibilità di scegliere quali detenuti inviare a quei corsi. Ora una interrogazione del deputato del Pd Andrea De Maria chiede che su questa storia il Ministro della Giustizia dica qualcosa. E nell’atto appena depositato De Maria ricorda la genesi del caso Rebibbia: “…il quotidiano online Roma Today ha pubblicato negli scorsi giorni un’inchiesta sull’associazione gruppo idee, fondata da Luigi Ciavardini, terrorista dei Nar condannato anche per la strage di Bologna; nell’inchiesta si riferisce di una attività svolta dalla associazione nel carcere di Rebibbia, che comporterebbe nei fatti anche la possibilità di scegliere quali detenuti far uscire”. Ecco cosa è accaduto dopo la pubblicazione di quella inchiesta: “Paolo Bolognesi, Presidente della Associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, ha manifestato, giustamente, in una dichiarazione allo stesso organo di informazione, la preoccupazione sulla presenza di una rete di protezione per i terroristi neri. Questo proprio quando si aprono nuovi squarci di verità sulla strage del 2 agosto”. Il tassello ulteriore in questa vicenda riguarda quanto denunciato da uno degli operatori, che a tutela della sua sicurezza, ha voluto restare anonimo, ossia la presenza al corso di un detenuto al 41 bis. Quel detenuto aveva scritto affermazioni gravissime contro il giudice Paolo Borsellino e, come risulta da atti giudiziari successivi, durante la sua detenzione nel carcere romano di Rebibbia, nell’anno 2018, aveva avuto rapporti con un alto esponente della ‘ndragheta.
E’ davvero un filo nero ciò che può legare tutto? Per capire meglio bisogna analizzare, come già fatto da Roma Today, la genesi e l’attività dell’associazione Gruppo Idee, che da quasi quindici anni lavora su progetti di recupero e formazione in diverse carceri del Lazio, come Rebibbia e Frosinone. L’associazione è stata creata dall’ex Nar Luigi Ciavardini, condannato in via definitiva per due omicidi, quello del giudice Mario Amato del 23 giugno 1980, quello dell’agente di polizia Francesco Evangelista del 28 maggio dello stesso anno, e per la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, ossia per quello che è stato il peggiore attentato nella storia repubblicana. Finora tutta la vicenda è rimasta fuori dal Parlamento ma le interrogazioni che sono state presentate contengono domande ineludibili sul possibile rapporto, anche in questa vicenda, tra l’estrema destra e la criminalità organizzata italiane.
(Nella foto di Roma Today l’ex Nar Luigi Ciavardini)


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