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“Gli avversari” – di John Grisham

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Tre storie diverse l’una dall’altra ma con un comun denominatore, il sistema giudiziario USA: un ex avvocato in fuga, un condannato a morte a poche ore dall’iniezione letale, la rivalità tra due fratelli eredi di un importante studio legale

John Grisham, il maestro indiscusso del legal thriller, con più di 40 romanzi all’attivo, tradotti in 35 lingue, e più di 200 milioni di copie vendute nel mondo, è tornato nelle librerie dal 21 giugno con “Gli avversari” (300pp, 22,50€) con Mondadori.

Già avvocato penalista, con un trascorso alla Camera dei Rappresentanti del Mississippi per il partito democratico, Grisham, nei suoi romanzi, attinge a piene mani alla sua esperienza di avvocato e molti dei suoi libri sono diventati dei veri e propri blockbuster del genere: “Il rapporto Pellican”, “L’uomo della pioggia”, “Il socio”, solo per citarne alcuni. In tutta la sua opera emerge con chiarezza una critica sferzante sul sistema giudiziario a stelle e strisce, basato sul profitto, sulle ingiustizie, e sulle diseguaglianze.

In questo suo ultimo lavoro, l’Autore raccoglie tre storie, diverse l’una dall’altra, sebbene accomunate tutte dallo svolgersi all’interno del sistema giudiziario USA: un ex avvocato in fuga, un condannato a morte a poche ore dall’iniezione letale, la rivalità tra due fratelli avvocati eredi di un importante studio legale.

Quella de “Gli avversari” (“Sparring partners” il titolo originale) è la prima raccolta di storie di Grisham. Il primo racconto, dal titolo “Il ritorno a casa”, ci riporta nella Ford County, l’ambientazione immaginaria di molte storie indimenticabili di Grisham.

Narra la storia di un ex avvocato, in fuga dalla propria famiglia (una moglie e due figlie), dalla propria città (Clanton, Alabama) e dal proprio lavoro, deciso a rifarsi una vita con il denaro sottratto a clienti ignari, che, pentito, decide di abbandonare gli agi della sua fuga dorata, nel Costarica, per tornare ai propri affetti (alle figlie, in particolare, che non vede da tre anni) e per questo contatta il suo vecchio amico Jack Brigance – che avevamo già trovato nei suoi precedenti romanzi: “Il momento di “uccidere”, “Il tempo della clemenza”, e altri – affinché verifichi se ci sono ancora indagini pendenti a suo carico e se rischia una qualche incriminazione. Il suo ritorno a Clanton e il suo riavvicinamento alle figlie non potrà avvenire a rischio della galera. Inoltre, con la sua ex moglie morente e con le figlie che verranno date quasi certamente in affido ai nonni materni non può rischiare una nuova rottura con loro. Ma il corso degli eventi prenderà una strada diversa da quella auspicata: “…lasciò la Volvo DL aperta e con le chiavi nel quadro, nel parcheggio di un motel economico, e prese un taxi. Aveva soltanto uno zainetto con qualche indumento, quarantamila dollari in contanti e quattro passaporti. Al tramonto attraversò il ponte sul Rio Grande e superò il confine”.

Il secondo racconto, “Luna di fragola”, narra le ultime tre ore di un condannato alla pena capitale nel braccio della morte. Sono trascorsi quattordici anni da quando Cody Wallace, oggi ventinovenne, venne giudicato responsabile dell’omicidio di Dorothy e Earl Baker nella loro casa di campagna durante un tentato furto con scasso finito male. Cody sarà il giustiziato più giovane nella storia dello Stato. “Prima o poi la Corte Suprema sancirà che non è giusto condannare a morte un minorenne, ma temo che non succederà stasera”.

Cody aveva quattordici anni (all’epoca dei fatti -ndr), era un bambino, un orfano, un ragazzino, senza casa che viveva nei boschi, un giovane emarginato dalla società. Non ha mai premuto un grilletto e non ha ucciso nessuno. E’ una barbarie che questo Stato l’abbia trattato da adulto, ed è immorale giustiziarlo. Complimenti ai timorati di Dio fanatici della legalità e armati fino ai denti di questo infelice Stato”.

Mentre il tempo sta per scadere e dopo aver consumato il suo ultimo pasto: pizza surgelata con salame piccante e frappè di fragola, a Cody viene concesso, contro ogni regola, di poter uscire nel cortile del braccio della morte accompagnato da Marvin, il suo carceriere-amico, ma solo per pochi minuti, per poter ammirare un ‘ultima volta la luna: “beh non è cambiata (Marvin), vero? La solita vecchia luna”.

Il terzo racconto è quello che più si avvicina ai tradizionali legal thriller di Grisham, con i suoi intrecci legali, le tangenti, e i drammi familiari. Ha come protagonisti due fratelli serpenti, Kirk e Rusty Malloy, eredi di un prestigioso e fiorente studio legale, fondato dal padre, quest’ultimo nel frattempo in prigione per aver ucciso la moglie; un delitto preterintenzionale (almeno secondo la giuria), per il quale si è beccato 10 anni. I due fratelli però si detestano e frequentano lo studio legale a giorni alterni per evitare di incontrarsi: i giorni dispari l’uno, quelli pari l’altro. Anche i loro spazi, come i propri dipendenti, sono fisicamente separati all’interno dell’edificio del padre: all’ala destra l’uno e all’ala sinistra l’altro. D’altronde, la loro coesistenza forzata all’interno dello Studio Malloy&Malloy è stata decretata da un contratto vincolante voluto proprio dal Padre. Ma ecco che la loro routine subirà una brusca impennata proprio nel momento in cui sembra profilarsi all’orizzonte una inaspettata, anticipata, uscita dal carcere del Padre.

Unico tred-union tra i due la presenza di Diantha, un’avvocatessa che è la vera gerente dello Studio, l’unica persona di cui entrambi si fidano. E quando le cose per lo studio inizieranno ad andar male, sarà proprio lei, Diantha, a deciderne le sorti e anche i destini di Kirk e Rusty, ma anche il suo.

Un libro diverso da quelli a cui ci ha abituato l’Autore. Forse più intimo, almeno per ciò che concerne il secondo racconto, “Luna di fragola”, senza dubbio il più bello e il più toccante. Una chiara presa di distanza e di condanna della pena di morte e, più in generale, contro il sistema giudiziario statunitense.

Oltre ad essere ingiusta, la pena di morte non è neppure utile e necessaria (C. Beccaria)


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