Scelte politiche nel segno della Democrazia e della Costituzione. Così è stata caratterizzata la vita dell’ingegner Carlo Ciotti, uno dei fondatori del presidio cagliaritano dell’Associazione Articolo 21, morto nei giorni scorsi a 86 anni.
Professionalmente fu uno dei massimi dirigenti della raffineria Saras di Sarroch, sempre impegnato nella tutela della sicurezza e della salute dei dipendenti e del territorio su cui sorge lo stabilimento per la produzione di idrocarburi tra i più grandi d’Europa. La sua profonda fede democratica lo portò nel 1994 ad accettare la proposta dei democratici di sinistra di rappresentare il fronte progressista nelle elezioni per la nuova amministrazione civica di Cagliari. Fu sconfitto al ballottaggio e pian piano cominciò a rendersi conto che gli ideali di libertà e democrazia fissati dalla Costituzione andavano oltre i limiti di un partito. Fu così che, nel 2004, dopo la prima importante uscita pubblica di Articolo 21 a sostegno della candidatura di Renato Soru alla presidenza della Regione, volle conoscere meglio le finalità dell’Associazione fondata a Roma nel 2002. Lo incontrammo io, portavoce per la Sardegna, e Gianfranca Fois che presto venne nominata presidente.
Aderì con entusiasmo perché l’ampiezza delle tematiche affrontate dall’Associazione, con riferimento a quel fondamentale articolo della Carta Costituzionale, corrispondeva bene alla sua visione del ruolo che la politica deve svolgere in un Paese come l’Italia. Coinvolse amici, compagni, conoscenti, divenne un instancabile promotore e suggeritore di iniziative, come il convegno che nel 2007 organizzammo a Nuoro nel 70’ anniversario della morte di Antonio Gramsci, o le tante altre manifestazioni pubbliche organizzate a Cagliari. Qui voglio ricordarne due, in particolare: sulla grande scalinata del Bastione di Saint Rémy e davanti al Palazzo di Giustizia di Cagliari, sempre in difesa di spazi di libertà minacciati da progetti di legge o referendum, regolarmente poi bocciati.
E mi piace anche ricordare che la sua partecipazione, la sua adesione, non era solo progettuale, era anche pratica: varie volte non ebbe difficoltà a spostare e collocare barriere per delimitare gli spazi nei quali fare svolgere le iniziative.
Gli ultimi tre anni di vita sono stati gravemente condizionati da disturbi cardiaci. Dal suo ‘letto di dolore’ non ha mai smesso di informarsi per non far affievolire lla sua forte coscienza di cittadino democratico: libero di valutare per approvare o anche per criticare o per indignarsi. Una lezione importante per noi che non smetteremo mai di affermare il formidabile valore di una repubblica democratica le cui solide fondamenta sono state costruite su principi irrinunciabili, uno dei quali è proprio garantito dall’Articolo 21 della Costituzione.