Un altro anniversario della Strage di Ustica ( 27 giugno’80 ) e sempre la stessa domanda, sempre più pressante: chi ha effettivamente lanciato il colpo che ha spezzato la vita a 81 innocenti cittadini? Chi ha colpito la dignità di un Paese che ha visto violati i confini e il diritto alla vita dei suoi cittadini?
Aspettiamo la risposta dalla Magistratura, dalla Procura della Repubblica di Roma, che ha riaperto le indagini nel 2008 dopo che il Presidente Cossiga ha apertamente incolpato i francesi nella loro contrapposizione con il leader libico Gheddafi.
Chiediamo di sapere, di conoscere i responsabili materiali della tragedia, ben consci delle difficolta, delle omertà, del muro di silenzio che ha circondato questa vicenda, profondamente inserita in un contesto di guerra fredda aggravata dall’emergere di nuovi contrasti nel Mediterraneo.
Ricordiamo che quella notte il DC9 Itavia, stava volando apparentemente senza problemi da Bologna a Palermo. Abbiamo ascoltato le registrazioni, a bordo tutto era regolare, si scherzava perfino; a terra invece, nei siti radar militari, aumentava la preoccupazione.
Si vedevano aerei militari “razzolare” intorno al DC9, si cercava una portaerei, erano evidenti voli “dal mare”, si arriva alla ricerca affannosa di un contatto con l’Ambasciata americana.
Nello stesso tempo il pilota ha un’ultima drammatica esclamazione “guarda!”
E’ la tragedia di Ustica: del DC9 si perdono le tracce, si spezzano 81 vite di innocenti cittadini, si distrugge ogni prova di cosa sia capitato in cielo, si strappano pagine, si cancellano dati radar, sparisce ogni sorta di documentazione.
Si vuol far credere che in un cielo totalmente vuoto, senza alcuna presenza di altri aerei. rimanga soltanto la “tragica ovvietà” che gli aerei cadono senza motivo, per un cedimento strutturale.
Invece tutto era chiaro fin dalle prime ore;
oggi possiamo dire, anche spulciando i brandelli di documentazione messi a disposizione con la direttiva Renzi, ora Draghi, che subito l’allarme è stato per un fatto traumatico (c’era stato dunque un colpo) e che perfino dall’Ambasciata americana, una presenza inquietante che ritorna, era partito l’immediato invito a fare addirittura precedere alle autopsie l’esame radiografico sui poveri resti- inspiegabile, se non perché si cercavano schegge, su quei corpi.
Nessuna informazione “vera” viena data al Governo su quanto accaduto e su quanto evidente nell’immediatezza dell’evento, nessun cenno ad un tracciato radar che mostrava una manovra d’attacco.
Il DC9 sprofonda negli abissi del Tirreno, la verità sprofonda nelle menzogne.
Solo nel 1999 la Sentenza ordinanza del giudice Priore
““l’incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento, il DC9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un’azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto”
Questo è il pezzo di verità che oggi deve finalmente essere portato alla luce.
E che i parenti delle vittime continuano a pretendere.