Diffondere l’immagine scattata mentre le giovanissime vittime di violenza erano in attesa di sporgere denuncia nei locali della Polfer di Milano rappresenta «un episodio di assoluta gravità». La denuncia delle Commissioni pari opportunità di sindacato, Usigrai e Cnog e di Giulia giornaliste.
«Gli occhi appena schermati. Una protezione debolissima, che non nasconde le vittime di violenza, anzi le rende ancora più riconoscibili, e non soltanto a una cerchia ristretta di persone. La fotografia delle minori che hanno subito molestie e violenze al rientro da Gardaland, scattata mentre sono in attesa di sporgere denuncia nei locali della Polfer di Milano, rappresenta una violazione delle raccomandazioni contenute nel Manifesto di Venezia, della Carta di Treviso e dell’articolo 5 bis del testo unico deontologico». Lo denunciano, in una nota congiunta, Cpo Fnsi, Cpo Usigrai, Cpo Cnog e Giulia giornaliste, per le quali la pubblicazione di quell’immagine rappresenta «un episodio di assoluta gravità, un abuso inaccettabile».
Quello scatto, incalzano, «è l’esatto contrario di un uso consapevole delle immagini, una grave violazione deontologica. Sbattere le vittime in prima pagina, oltretutto minorenni, non è informazione attenta e corretta del fenomeno della violenza di genere, ma, al contrario, risponde soltanto a una forma di sfruttamento della violenza stessa a fini commerciali, per qualche copia in più, più visualizzazioni e più ascolti. Dentro un luogo ‘protetto’ non deve essere permesso scattare simili fotografie, tantomeno diffonderle».
Cpo Fnsi, Cpo Usigrai, Cpo Cnog e Giulia Giornaliste ribadiscono, infine, «la necessità di un confronto anche con le forze dell’ordine per sensibilizzarle su un uso corretto del linguaggio e delle immagini, rispettoso di chi è vittima e non oggetto da mostrare per soddisfare morbose curiosità».