BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Quale democrazia? Nessun diritto, ancor meno quello internazionale

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“Vile! Tu uccidi un uomo morto!” Oggi Maramaldo (era napoletano) ha la mano assassina sorretta da 60 parlamentari sessanta, che, come le ballerine di Broadway, spuntano all’”improvviso” sulla scena. Purtroppo non è un musical, ma una tristissima farsa. Come ormai tutto in Italia.

Oggi in occidente solo a nominare la parola Pace si rischia la vita, quella politica certamente. A nessuno è consentito di opporsi alla guerra che crea enormi profitti, non solo alle industrie militari ma anche a chi controlla il mercato dell’energia che, per il metano, compra a 5 (cinque) e vende a 100 (cento). Ancora più grave la situazione per quanto riguarda il grano, che porterà alla fame centinaia di milioni di persone, pronte alle ribellioni. Con il beneplacito di Putin.

Anche Giovanni Paolo II pagò le conseguenze, per la sua iniziativa di Pace contro la guerra in Iraq. Appena il Papa contrastò l’invasione contro Saddam, fu colpito da un avvertimento mafioso. Un allora giovane giornalista portò come prima notizia al TG1 delle otto una molto estemporanea intervista all’attentatore del Papa Alì Agca. Nell’intervista l’unica nota rilevante fu l’affermazione del terrorista che ricordava di aver compiuto l’attentato perché “Il Papa era stato voluto dagli USA” (presidenza Carter). L’intervista è oggi scomparsa dagli archivi.

Il segretario Nato afferma serenamente che “la guerra potrà durare anni”. Del resto lui è pagato per questo: fare le guerre. Alla Pace dovrebbero pensarci i politici, soprattutto quelli degli stati democratici. Ma in questi stati non sono garantiti i diritti fondamentali, tra poco neanche il diritto alla sopravvivenza. Analoga utopia compete al “Diritto internazionale” che è letteralmente scritto sulla sabbia dei tanti deserti (soprattutto morali) che si espandono sulla terra. Siamo sempre più vicini al pensiero di un grande uomo di cultura che onora l’Italia con la sua presenza: Moni Ovadia. Un intellettuale saggio, che difende gli oppressi del mondo e, da ebreo, i diritti dei Palestinesi.


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