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La rete di Putin in Italia’, tentazioni di caccia alle streghe

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Versione italiana del fallito ‘Ministero della Verità’ tentato da Biden?
Chi sono gli influencer e gli opinionisti che fanno propaganda per Mosca, il titolo forte del Corriere della Sera. Fonte, il Copasir, la commissione interparlamentare di controllo sui servizi segreti, che i pochi segreti veri che le vengono rivelati, li interpreta inevitabilmente in chiave di appartenenza politica. Fonte di partenza, certamente l’Aisi, il braccio più ‘carabinieresco’ degli spioni di casa. Un tempo si chiamava ‘Contro spionaggio’ e la tentazioni di polizia politica evidentemente resistono. Certamente in casa Copasir dove il vincolo del segreto a cui sono tenuti, viene spesso ‘interpretato’.
La trama
«La rete è complessa e variegata», la premessa di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini, le autrici . «Coinvolge i social network, le tv, i giornali […] e lo fa potendo contare su parlamentari e manager, lobbisti e giornalisti». Ma il peggio deve ancora venire: «La rete filo-Putin è ormai una realtà ben radicata in Italia, che allarma gli apparati di sicurezza perché tenta di orientare, o peggio boicottare, le scelte del governo».
L’indagine
«Il materiale raccolto dall’intelligence individua i canali usati per la propaganda, ricostruisce i contatti tra gruppi e singoli personaggi e soprattutto la scelta dei momenti in cui la rete, usando più piattaforme sociali insieme — da quelle più conosciute come Telegram, Twitter, Facebook, Tik Tok, Vk, Instagram, a quelle di nicchia come Gab, Parler, Bitchute, ExitNews — fa partire la controinformazione».
Bersaglio Draghi
La campagna di strumentalizzazione via social, scire il Corriere, con l’invio delle armi italiane all’Ucraina. Ed arrivano i primi nomi dei ‘depistatori’ che noi evitiamo di ripetere, limitandoci ai bersagli che i cattivi volevano colpire. L’ambasciatore italiano all’Ue, «Ma il vero bersaglio delle imboscate via social è Draghi, la cui maggioranza ha ben tre leader, Salvini, Berlusconi e Conte, che non si sono schierati senza se e senza ma con l’Ucraina, il Paese aggredito da Putin».
Bombardamenti ‘filo putiniani’
Preso di mira più volte il presidente del Copasir, Adolfo Urso. La presenza di formazioni paramilitari di matrice neonazista è uno filoni più battuti, spesso con dati di fatti «ma veicolati da mezzi di informazione statali russi». Personaggi simbolo di questi pericolosi ‘infiltrati’, solo due nomi. Alessandro Orsini – il docente licenziato dall’Università Luiss dopo il clamore suscitato dalle sue apparizioni televisive – campione di affermazioni storiche proposte nel peggior modo possibile. O il grillino anti governativo Vito Petrocelli che si rifiutava di lasciare la presidenza della commissione Esteri.
L’intelligence esteri russa Svr
Strategic Culture Foundation, ritenuta dagli analisti «rivista online ricondotta al servizio di intelligence esterno russo Svr» e che, assieme a Russia Today, è artefice di una campagna massiccia contro le sanzioni. «Per ingrossare l’esercito dei filo-putiniani d’Italia, ci sono movimenti che agiscono attraverso i siti in lingua russa. Su VKontakte (VK) troviamo la Rete dei Patrioti, che posta (in italiano) messaggi contro Salvini, forse con l’obiettivo di ‘rubare’ proseliti alla Lega».
La campagna della Russia anti Italia
• Bis il giorno dopo, stamane. «La propaganda sulle armi, le sanzioni e la ‘russofobia’ partita dal ministero degli Esteri di Mosca e subito rilanciata da social, influencer e opinionisti».
• «Su questa attività, che punta a diffondere notizie false per scopi di propaganda, l’indagine del Copasir è in fase avanzata».
• «Gli analisti e gli esponenti del Comitato parlamentare di controllo sull’attività dei servizi segreti prevedono che la pressione aumenterà nei prossimi giorni, come sempre avviene in corrispondenza di scadenze politiche e parlamentari cruciali».
• «Come si è visto sin dalle prime settimane del conflitto, la propaganda si attiva per screditare l’azione dell’esecutivo guidato da Draghi e per dimostrare che le sanzioni «danneggiano soprattutto chi le decreta».
La «russofobia»
L’ambasciata russa in Italia all’attacco. L’Italia è accusata di essere in prima linea nella «russofobia» e il 28 marzo si avvia la petizione su Change.org «contro la disumanizzazione del popolo russo da parte dei nostri media». Poi la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova: «Per la mancanza di materie prime russe molti produttori di carta, vetro, cosmetici, potrebbero dover chiudere». Sanzioni boomerang con «L’Ue è costretta a tornare sui propri passi e pagare il gas in rubli».
I documenti ‘riservati’, agli amici
«Ci sono diverse influencer russe attive, secondo gli apparati di sicurezza, nel lavoro di disinformazione e propaganda».
Uno spiacevole inciampo per un vecchio e a volte glorioso giornale. E di una struttura parlamentare di controllo che si presta a pessime intepretazioni, quasi da veline Ovra. Versione italiana del fallito ‘Ministero della Verità’ tentato da Biden? Pressioni inammissibili verso il dissenso politico. RemoContro, nel calderone dei presunte ‘nemici di Stato’ (decisi non si sa bene da chi), prima condanna e poi argomenta. Noi (e credo molti degli ‘accusati’ di quasi tradimento), usiamo come fonti dei nostri modesti contributi giornalistici i migliori centri studi e la migliore stampa statunitense e internazionale, decisamente meno schierata di una parte di quella italiana. Analisi di ben altri personaggi e levatura di qualche velina ‘top secret’, che esprimono molti e argomentati dubbi sulla gestione di questa gravissima crisi internazionale.

 


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