“In Italia assistiamo alla penetrazione massiccia della disinformazione russa attraverso canali Televisivi pubblici e privati e attraverso la stampa”. Lo ha detto il deputato del Pd, Andrea Romano, in apertura della conferenza stampa di presentazione del report “Disinformazione sul conflitto russo-ucraino”, a cura della Federazione italiana diritti umani (Fidu) e di Open Dialogue (Odf).
“La tragedia dell’aggressione di Putin all’Ucraina e’ fatta di guerra, violenza, morti, violazione del diritto internazionale, ricatti economici. E anche di disinformazione. Ovvero – aggiunge -dello stravolgimento palese, pianificato e minuzioso dei fatti. La disinformazione e’ da tempo uno strumento di politica estera e militare del regime di Putin, che lo ha teorizzato, finanziato e usato massicciamente. Da tempo l’attenzione delle democrazie europee e’ focalizzata sulla minaccia che la disinformazione putiniana rappresenta per la trasparenza del nostro dibattito pubblico, se ricordiamo le indagini svolte sul tema dal Parlamento europeo e dai parlamenti democratici di Spagna, Francia, UK”.
“Tutto il mondo ha assistito a cosa e’ avvenuto ieri a Kremenchuk: una cittadina vicino Poltava a oltre 500km dal Donbass e dal fronte, dove un centro commerciale e’ stato deliberatamente colpito dai missili russi. Una operazione senza alcun senso militare, rivolta ad uccidere il maggior numero di civili, che al momento ha provocato circa 40 morti. Un crimine di guerra, un atto terroristico, trasmesso praticamente in diretta in tutto il mondo. Oggi il portavoce delle Forze Armate russe ha dichiarato che il centro commerciale di Kremenchuk non era un centro commerciale ma un deposito di armi, e che le immagini che abbiamo tutti visto sarebbero una montatura occidentale. La stessa versione e’ stata anticipata – ieri sera – da Vladimir Solovev: propagandista numero uno del regime di Putin, frequente ospite di trasmissioni televisive italiane. Il caso di Kremenchuk (ovvero lo stravolgimento di fatti palesi e conclamati ad opera della disinformazione russa) e’ la replica esatta di quanto e’ gia’ avvenuto a proposito dei massacri di Bucha, Kramatorsk, Marjupol”, conclude.
(fonte Ansa)