Sono cento milioni, secondo l’alto Commissariato delle Nazioni Unite (Unhcr), le persone costrette a fuggire dai propri Paesi a causa di conflitti e violenze. Guerre come in Ucraina, Siria, Yemen, Congo hanno conseguenze prolungate e catastrofiche. I migranti sbarcati sulle coste italiane nel 2021 sono stati 67 mila, e 134 mila i profughi ucraini accolti in Italia dallo scoppio del conflitto. E’ necessario alzare lo sguardo e rispondere alla domanda di aiuto senza distinzione di razza, religione, nazionalità e senza lasciare indietro nessuno.
Nella Giornata mondiale del rifugiato risuona il monito di monsignor Gian Carlo Perego, presidente Cemi e Fondazione Migrantes che denuncia come “la politica continua a fare qualche passo avanti ma anche molti passi indietro”.
L’alto prelato ha anche precisato che “quest’anno, probabilmente, il numero dei rifugiati stimato sarà il più alto degli ultimi 50 anni: ormai 100 milioni nel mondo.
Le guerre, anche l’ultima in Ucraina con sei milioni e mezzo di rifugiati e altrettanti profughi interni, i 34 conflitti in corso nel mondo, i disastri ambientali, la fame, la tratta e lo sfruttamento stanno costringendo sempre più persone e famiglie a lasciare la propria terra per chiedere protezione e asilo altrove”.
Un “fenomeno epocale”, continua monsignor Perego.
“Se da un lato è apprezzabile la proposta europea che finalmente impegna ogni Paese, seppur in forma diversa, diretta o volontaria, alla solidarietà nei confronti di richiedenti asilo e rifugiati, dall’altra – osserva monsignor Perego – non si può non denunciare il ritorno alle deportazioni di ucraini in Russia e di migranti, per lo più asiatici, dall’Inghilterra in Rwanda, nonostante le condanne della Corte europea dei Diritti umani; l’aumento del numero dei morti nel Mediterraneo, sebbene siano diminuiti gli arrivi; la diversa attenzione prestata a richiedenti asilo e rifugiati di diversi Paesi; i respingimenti in mare e in terra senza identificazione e tutela; la crescita di violenze nei campi profughi di Libia, Sud Sudan, Ciad”.
“L’auspicio è che la Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra il 20 giugno, accenda i riflettori sulla imprescindibile esigibilità dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, senza i quali non si può immaginare un futuro e un mondo fraterno”, conclude monsignor Perego.