Giornata mondiale contro la desertificazione e siccità: ecco come le raccolte fondi possono favorire azioni concrete per “risollevarsi insieme”

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Il 17 giugno è la giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità, ormai purtroppo un problema globale. Lo slogan di questa edizione 2022 è “Rising up from drought together”, un modo per sottolineare come tutti possono partecipare ad azioni concrete per combattere la siccità e risollevarsi insieme, per provare a superare uno dei disastri naturali più distruttivi per l’umanità.

A causa dell’attività dell’uomo, la siccità si è intensificata, aggravandosi la situazione, le conseguenze che ne derivano sono devastanti in termini di vite umane, in quanto i cambiamenti climatici repentini stanno provocando danni ai raccolti, incendi, problemi di approvvigionamento idrico. Secondo il recente rapporto Drought In Numbers 2022 pubblicato dall’UNCCD (United Nations Convention to Combat Desertification), ogni anno la siccità riguarda 55 milioni di persone, dal 2000 il fenomeno è aumentato con un incremento del 29%, l’allarme lanciato dall’agenzia ONU è inequivocabile: se non si agisce subito entro il 2050, la siccità potrebbe colpire circa i tre quarti della popolazione mondiale.

Uno strumento che può essere in grado di rispondere alla volontà di entrare in azione in modo facile, rapido e concreto è dato dalle raccolte fondi online, con le quali è possibile sostenere iniziative di cittadini, volontari, studenti che vogliono realizzare progetti innovativi per la tutela dell’ambiente o anche entrare a far parte di una grande azione collettiva promossa da associazioni.

L’Africa è la zona più colpita dal fenomeno della siccità e per questo molte raccolte fondi nascono proprio per aiutare le terre aride coltivabili come nel caso di Un pozzo per le donne di Baro, un progetto per la costruzione di un pozzo e un recinto per l’orto delle donne di un piccolo villaggio del Guerà, centro del Ciad, per permettere loro la sopravvivenza e l’indipendenza “Con frutta e verdura potranno assicurare un pasto alla famiglia e vendere i prodotti” spiega la promotrice della campagna.

Da Cava De’ Tirreni arriva un’iniziativa per aiutare il centro Africa, in particolare, per il villaggio di Niaogho, in Burkina Faso, mediante una campagna destinata alla costruzione di un pozzo per la raccolta d’acqua potabile in grado di soddisfare il fabbisogno dell’intero villaggio, composto da circa 10 mila persone.

Acqua nell’orto: un pozzo per Manta in Benin è lo straordinario impegno dell’associazione Frontiere Sud che, insieme all’associazione MUSCO del Benin, si prefigge di costruire un pozzo nell’arrondissement di Manta in Benin, situato nella città di Boukoumbé (dipartimento di Atakora, Africa Occidentale), con circa 18 mila abitanti. “Manta è situata in una zona molto arida, dove l’accesso all’acqua pulita è difficoltoso. Spiegano dall’associazione –  L’approvvigionamento di acqua potabile è tradizionalmente affidato a donne e bambini che percorrono quotidianamente notevoli distanze a piedi (circa 10 Km) aiutati nel trasporto unicamente da asini o da piccole carriole. La popolazione del villaggio è costantemente colpita da numerose malattie epidemiologiche legate al problema della scarsità e insalubrità dell’acqua. È priorità assoluta per la comunità quella di riuscire a rifornirsi d’acqua pulita, aumentare il livello generale delle condizioni igienico-sanitarie” sottolinea Frontiere Sud.

L’associazione buildOn Italia insieme a HomexPeoplexHome, Suenõs International e Cuori in Ballo sostiene un gruppo di donne congolesi che si è organizzata nell’associazione Delle Madri Contadine Di Lukula, per la realizzazione di un pozzo d’acqua, “Un bene primario di cui il villaggio è sprovvisto – racconta l’associazione – queste donne sono costrette a percorrere più di 6 km per procurarsi l’acqua al pozzo più vicino. L’opera servirà innanzitutto per un utilizzo sanitario, per l’igiene personale ed alimentare. Questo potrà migliorare le condizioni di vita e combattere malattie tuttora presenti”.

La siccità e la conseguente desertificazione hanno conseguenze notevoli sulla biodiversità, da tempo ormai, sono a rischio molte specie vegetali e animali. Gianmarco, un ragazzo di Cuneo laureato in Biologia dell’Ambiente, si occupa di conservazione della fauna ittica d’acqua dolce. Insieme a due suoi colleghi ha ideato un progetto di studio per valutare gli effetti della siccità sulle popolazioni di sanguinerola Phoxinus phoxinus nel del Parco Fluviale Gesso e Stura, nel Comune di Cuneo. “Per poter effettuare i campionamenti ittici e poter raccogliere dati da analizzare abbiamo bisogno di un elettrostorditore (modello ELT60 II, 1300 Watt, AGK), strumento necessario per l’analisi della fauna ittica dei sistemi lotici, seguendo il protocollo dettato da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)”.

Come dimostrano questi esempi, tutti possono partecipare e compiere azioni per provare ad arrestare i repentini cambiamenti climatici. Per un cambiamento di rotta collettivo, anche una singola iniziativa può fare davvero la differenza.


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