Cosa accade in alcune carceri del Lazio? Chi sceglie, davvero, i detenuti per la formazione? Quesiti attorno ai quali ruota l’inchiesta pubblicata da “Roma Today”, un focus molto dettagliato sull’attività dell’associazione “Gruppo idee”, dal titolo “Il nero Ciavardini, la rete tra Rebibbia e il consiglio regionale del Lazio”. Nell’inchiesta si mette in evidenza come l’associazione in questione sia stata fondata nel 2009 da Luigi Ciavardini, già esponente dei NAR e condannato in via definitiva per la strage del 2 agosto 1980. L’inchiesta ha approfondito l’attività di “Gruppo idee” mettendo in luce come tale gruppo svolgerebbe attività di formazione all’interno del carcere scegliendo i detenuti beneficiati, in violazione delle regole carcerarie che prevedono la competenza esclusiva dell’area educativa e della direzione.” Vicenda sulla quale adesso Sinistra Italiana, con un’interrogazione parlamentare al governo presentata al Senato da Elena Fattori e da Nicola Fratoianni, chiede una serie di delucidazioni.
“In un video una volontaria racconta – si legge nell’interrogazione di SI – come nel suo corso le fosse stato affidato un detenuto che era stato declassificato dal 41 bis che scriveva cose gravi sul giudice Borsellino. In seguito all’espulsione di tale detenuto dal corso l’educatrice dichiara di essere stata ripresa dal “gruppo idee” per essersi rivolta alla direzione del carcere e successivamente di essere stata oggetto di minacce. L’inchiesta di Roma Today suggerisce inoltre che il “gruppo idee”, forte delle conoscenze acquisite nell’ambito carcerario grazie alla attività di formazione, abbia aiutato persone selezionate e vicine al fondatore ad uscire dal carcere. Nella videoinchiesta pubblicata all’interno del servizio giornalistico la presidente del Gruppo idee Germana De Angelis tra l’altro afferma: ‘Sì, certo, noi Gilberto Cavallini lo abbiamo fatto uscire da Terni, certo (…) Gilberto Cavallini è una delle persone che noi abbiamo aiutato, abbiamo fatto un percorso lunghissimo”. Si riferisce all’ex Nar Gilberto Cavallini, condannato in via definitiva, insieme a Luigi Ciavardini, per l’omicidio di Mario Amato e in primo grado dalla corte di Assise di Bologna per la strage del 2 agosto’. Siamo convinti che la formazione dei carcerati e la loro reintroduzione nel tessuto sociale e produttivo sia una attività importante e delicata. L’inchiesta di Roma Today suggerisce che nel carcere di Rebibbia non si siano svolti gli opportuni accertamenti affinché questa attività sia svolta in trasparenza e con l’attenzione che la questione merita delegando l a selezione dei carcerati a una associazione che di fatto a esautorato la competenza delle istituzioni carcerarie. Vogliamo sapere – concludono Fattori e Fratoianni – dalla ministra Cartabia se sono state avviate verifiche su quanto denunciato nell’inchiesta di Roma Today e quali eventuali provvedimenti siano stati assunti”.