Euro-ricatto

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Molti – me compreso – criticano l’ONU per il diritto di veto di pochi Stati. Ma nella UE, questo problema è persino peggiore, perché con il principio dell’unanimità, tutti  i membri hanno il diritto di veto. Così basta che il ”pio” Orban s’impunti per salvare il patriarca russo e un intero pacchetto di sanzioni si blocca all’istante, finché il riottoso autocrate ungherese non viene accontentato. La regola del voto all’unanimità è un indicatore di fragile coesione di un consesso, dettata dalla diffidenza reciproca dei suoi soci. Una condizione comprensibile nella fase iniziale dell’UE. Ora, non più.

Se non si può di colpo passare al voto di maggioranza, che s’introduca almeno un ”quorum di blocco” che richieda un certo numero di nazioni (cinque ?.. sette?) o di Stati Membri che rappresentino una quota significativa di popolazione europea (un 1/4?) o che adotti entrambi i criteri.  Questo perché occorre evitare il ripetersi di un leader isolato che abbia la forza contrattuale enorme di bloccare le decisioni dell’intera Europa, ponendo condizioni unilaterali molto simili al ricatto.

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