Oggi, anche se l’epidemia è sotto controllo, nei tribunali una causa che si tiene di presenza è la “causa Covid”. In quanto appunto per ”causa Covid” i tribunali civili sono luogo di triste solitudine, con rare presenze di umani nei corridoi, ma soprattutto dentro le ormai “segrete stanze”, con rare udienze di presenza e l’assoluta prevalenza di quelle tenute in modo “cartolare”, che è un modo originale per dire che sono udienze condotte in via telematica. Manca così un elemento essenziale per la giustizia: il pubblico dibattimento, garanzia di trasparenza assoluta. Nel penale, difatti, le udienze “dal vivo” sono riprese.
Ovviamente nella restante amministrazione di stato e parastato la situazione è forse peggiore. Impossibile essere ricevuti in tempi reali. Portali fatiscenti “regolano” le richieste telematiche di appuntamento che, nelle risposte, riecheggiano i tempi della sanità; quella malata. Si sospetta che, tramite chiamata a numeri privati dei funzionari, pochi fortunati possano essere ricevuti all’istante, senza istanza. Anche qui “causa Covid” si è acuita la differenza tra raccomandati e cittadini normali. Che necessitano di una eccezionale calma, per sopportare questa sostanziale privatizzazione della cosa pubblica. Difficile rivolgersi alla magistratura per risolvere il problema. Oggi non conviene fare causa, non solo per “causa Covid”, ma perché i costi legali sono proibitivi, escludendo intere fasce sociali da qualunque ipotesi di ottenimento dei diritti.
La giustizia non funziona lo stesso, anche alzando i prezzi. Non funziona soprattutto quella civile che favorisce sempre i ladri e i disonesti. Quella penale è altrettanto intasata dalla marea di reati che noi italiani commettiamo giornalmente. Lo strapotere della magistratura non è colpa dei magistrati ma del litigioso popolo italiano, che pure convive con i reati e per questo è letteralmente “sub judice”, per grandi numeri. Soprattutto nel pubblico. Ci vorrebbe un referendum per l’abolizione della mentalità criminale degli italiani, che una ne fanno, cento ne pensano e mille ne rubano.
Italia, Patria del Diritto… e del rovescio.