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Eirenefest. “L’inizio della fine delle armi nucleari”, film sulla battaglia di proibizione dell’atomica. Carlos Umaña (ICAN): “Affinché un conflitto nucleare non sia questione di ‘quando’ … “

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ROMA – Introdotto da Olivier Turquet, cooordinatore della redazione Italiana di Pressenza, è stato presentato a Eirenefest il documentario prodotto da Pressenza e realizzato da Álvaro Orús e Tony Robinson, “L’inizio della fine delle armi nucleari”, drammatico ed esaltante docufilm che racconta la lotta per farle proibire e come le Nazioni Unite siano arrivate in merito a un nuovo trattato. Turquet ha spiegato come il documentario sia “estremamente attuale, nonostante abbia qualche anno e come soprattutto sia utilissimo a fare il punto sulla situazione del TPAN, il trattato ONU per la loro proibizione”.  “L’inizio della fine delle armi nucleari” descrive lo sviluppo e l’azione delle bombe nucleari e, in antitesi, l’attivismo antinucleare per eliminarle, con la testimonianza commovente e drammatica di Setsuko Thurlow, sopravvissuta alla bomba di Hiroshima, conosciuta per essere figura di spicco della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN) e per aver pronunciato il discorso di accettazione del premio Nobel per la pace all’organizzazione di cui fa parte. Attraverso 14 interviste ad esperti del settore, spiega come la battaglia umanitaria abbia contrastato con successo la fallace cultura dominante sulla sicurezza, descrive i passi storici attuati dal 2010 per trasformare il trattato sulla proibizione in una iniziale realtà tangibile. Evidenzia i ruoli chiave di ICAN nella Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari e quelli del Comitato internazionale della Croce Rossa.  Mostra inoltre che cosa ciascuno di noi può fare per contribuire all’entrata in vigore del trattato, per la stigmatizzazione di quelle che sono un concreto pericolo per la sopravvivenza del pianeta, fino a raggiungere la loro estinzione definitiva.

Alla proiezione è seguito un dibatto al quale hanno presenziato oltre a Olivier Turquet e Tony Robinson, Carlos Umaña,  Medico e Membro del Direttivo Internazionale del Gruppo ICAN –  che raccoglie oltre 400 associazioni attive in 100 paesi del mondo,  insignito del Nobel per la Pace nel 2017  “per il suo impegno nel richiamare l’attenzione sulle catastrofiche conseguenze umanitarie di qualsiasi uso delle armi nucleari e per i suoi imprescindibili sforzi per pervenire a un trattato che metta al bando tali armi”. Carlos Umaña alla fine dell’incontro ha mostrato ai presenti la medaglia del Nobel  –  e ancora Angelo Baracca, docente universitario, saggista e attivista a favore dell’ecologia e contro ogni guerra; Roberto Cotti, nel 2013 eletto senatore della Repubblica Italiana per il Movimento 5 stelle.

Nel momento in cui Vladimir Putin ha dichiarato guerra all’Ucraina, velatamente minacciando persino l’uso del nucleare, il film fa riflettere sulla necessità di mobilitarsi. Angelo Baracca ha tuttavia precisato che ritiene improbabile l’uso intenzionale della bomba atomica da parte dello zar, ma più temibile una minaccia subdola: quella che potrebbe scatenarsi dall’intelligenza artificiale che l’uomo non sia più in grado di controllare. Uno scenario futuribile, che immaginavamo appartenesse solo ai film di fantascienza, sul quale concorda invece anche Carlos Umaña, per cui se non si attivano gli anticorpi, una guerra nucleare potrebbe essere non questione di “se” ma di “quando”. Il numero crescente di nazioni dotate di armi nucleari e una crescente dipendenza dall’intelligenza artificiale potrebbe condurre l’uomo a calcoli sbagliati e catastrofici e, a quel punto, nessuno sarebbe più in grado di fermare un meccanismo auto-innescatosi. Siamo avvisati.


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