Protagonista dell’ultimo romanzo del magistrato scrittore Giancarlo De Cataldo una ragazza bionda di periferia che, quasi per caso, si ritrova ai vertici di un giro malavitoso, diventando la boss delle Torri, nell’estrema periferia romana.
Giancarlo De Cataldo è tornato in libreria con “La Svedese”, edito Einaudi (233p, 18 Euro), un romanzo che, a differenza dei suoi precedenti, ha una protagonista femminile. Sharon, detta Sharo è una ventenne bionda, algida, una ragazza di periferia che vive con una madre invalida e depressa e fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Dalle ‘Torri’ – un quartiere a metà tra Tor Bella e i ponti del Laurentino 38 – aveva sempre sperato di andarsene, ma poi la morte del padre in un incidente sul lavoro le aveva tarpato le ali. Le sue giornate trascorrono monotonamente, con Fabietto, che stravede per lei e che le ha giurato di non aver niente a che vedere col giro dei pusher che pullulano alle Torri. Ma ecco che in maniera del tutto casuale, improvvisamente, Sharo si vede costretta, suo malgrado, ad effettuare una “consegna” di ‘Gina’- la droga dello stupro – per conto di Fabietto che rischia di ritrovarsi con le ossa rotte. Dovrà essere l’unica consegna per lei e l’ultima del suo ragazzo. Tuttavia, le cose non andranno come sperato e le loro vite, chi per un verso chi per un altro, subiranno un drastico e definitivo cambiamento… tanto più per Sharo.
Lei è intelligente, determinata, e, soprattutto, sa quello che vuole e capisce al volo che la vita le sta offrendo l’occasione per affrancarsi dalla sua condizione miserrima lì alle Torri, servita su di un piatto d’argento in occasione di un incontro con un personaggio della Roma Bene, Il Principe, destinatario della “Gina”. Certo, Sharon aveva immaginato per sé un destino diverso, ma le cose non vanno sempre come ce le si immagina. E così che capisce che potrà avere un futuro da protagonista proprio nell’ambiente che sino a quel momento aveva detestato e dal quale si era tenuta a debita distanza. Sharo capisce così che “la roba” è il motore di tutto e ci si getta a capofitto, ma non in un ruolo di gregario bensì di responsabilità. E così ecco che quando le due bande che gestiscono il giro alle Torri e poco fuori entrano in collisione Sharo capisce che è la sua occasione per fare il salto di qualità, per diventare ‘la svedese’. Con una trama inedita anche se non sempre particolarmente avvincente, De Cataldo ci accompagna in una narrazione che colpisce per la caratterizzazione dei tanti e diversi personaggi che si avvicendano in una capitale allo sbando, immobilizzata dalla pandemia. C’è infatti lei, Sharon, la svedese, chiamata così per i suoi tratti nordici ed algidi, il ‘principe’ – una figura enigmatica e intrigante verso la quale Sharon si sente particolarmente attratta (ma non fisicamente…) e l’unico che riesce realmente ad incuriosirla –, l’Aquilotto e l’Albanese, i due boss che si contendono lo spaccio della droga, ma, soprattutto c’è il racconto delle vite di borgata che si intrecciano con quelle della Roma bene in un unico afflato corale rappresentato dallo spaccio e dal consumo della droga. Una droga che scorre a fiumi, in ogni anfratto, e che diventa (forse) quasi la ragione di vita per sopravvivere, per alcuni, o per regalarsi un pizzico di vacua felicità per altri.