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Robert Doisneau, una selezione di scatti in mostra all’Ara Pacis fino al 4 settembre 

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Dal 28 maggio al 4 settembre il Museo dell’Ara Pacis ospita una retrospettiva di oltre 130 scatti del celebre fotografo francese de ‘il bacio davanti all’Hotel de Ville’ curata da Gabriel Bauret. 

Oltre 130 scatti in bianco e nero articolati in 11 sezioni provenienti dall’atelier di Montrouge raccontano Robert Doisneau, il celebre fotografo francese considerato – insieme a Henri Cartier-Bresson – uno dei padri fondatori della fotografia umanista e del fotogiornalismo di strada.

Robert Doisneau nato nella prima decade del ‘900 nella periferia parigina e morto nel 1994 a Montrouge ha lasciato un’eredità di quasi 450mila negativi che, attraverso 60 anni di ininterrotta attività, raccontano l’uomo. Indimenticabili alcune scene di vita quotidiana a Parigi.

“Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere” scriveva il fotografo francese, i cui scatti arrivano a Roma come terzo appuntamento di un percorso iniziato a Rovigo e passato quindi per Aosta.

Promossa e prodotta da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Silvana Editoriale, la mostra si pone come racconto dell’essere umano al centro dell’immagine.

“Questa mostra – ha spiegato il curatore, Gabriel Bauret – rappresenta una sfida estremamente ambiziosa. Abbiamo l’impressione di conoscere bene Doisneau. Da un lato abbiamo le fotografie iconiche, come quella conosciutissima del Bacio – commissionata dalla rivista americana Life negli anni ’50 a testimonianza di una libertà di vivere che caratterizzava l’ambiente parigino dell’epoca – dall’altro le varianti di alcune immagini con le quali abbiamo pensato di accompagnare il pubblico della mostra in direzioni meno battute. Lungi dal volere essere una retrospettiva completa, la mostra nasce da una scelta precisa: quella di andare alla ricerca dello spirito di Doisneau e delle immagini meno note.

In questo viaggio, sospeso tra gli scatti più noti e i frame meno conosciuti, il pubblico è accolto dai Concierges (1945-1953), una serie di fotografie dedicate ai portinai di Parigi come Madame Augustin, poiché “La vera Parigi non può essere concepita senza i suoi portinai”.

Attraversando Enfances (1934-1956), un omaggio all’infanzia, ci si trova davanti a scatti di ineguagliabile bellezza. I bambini fotografati sono sovente complici delle intenzioni del fotografo, e in lui si ravvisa uno sguardo empatico e teneramente partecipe. Seguono gli scatti dell’Occupazione e della Liberazione della Seconda Guerra Mondiale e della vita quotidiana del secondo dopoguerra, quindi una sezione dedicata ai ritratti: da Camus a Prévert, da Picasso a Giacometti…

Di grande interesse anche la sezione ‘Bistrot’, in cui il focus si sposta dalla vasta moltitudine della strada agli avventori dei bar parigini. Qui s’intravvede il senso di malinconia e solitudine che probabilmente pervadeva il fotografo, segnato da un’infanzia dolorosa.

“Un’attenzione particolare della mostra è dedicata all’accessibilità”, ha sottolineato l’Assessore alla Cultura del Comune di Roma, Miguel Gotor: un percorso tattile accompagnerà nella visita persone con disabilità visiva, mentre per i non udenti saranno organizzate visite guidate gratuite con interpreti della lingua dei segni.


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