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Quella insofferenza violenta verso i giornalisti, pessimi dati dal Ministero

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Il Ministero dell’Interno, Servizio Analisi Criminali, ha pubblicato oggi il report delle minacce contro i giornalisti registrate nel 2021. Ciò che emerge è un dato semplice e amaro: le azioni contro la stampa sono aumentate, molte vengono dalla criminalità organizzata, molte dai no vax. Nel complesso c’è un alone di insofferenza violenta che accompagna il lavoro degli operatori dell’informazione in Italia. Per stare alle cifre: nel 2021 sono stati censiti 232 episodi (+42% rispetto all’anno precedente (163), dei quali 26 riconducibili a contesti di criminalità organizzata (11%), 113 a contesti politico/sociali (49%) e 93 riferibili ad altre fattispecie (40%). Le intimidazioni tramite web risultano 102, pari al 44% del totale. Le regioni che nel 2021 hanno fatto registrare il maggior numero di eventi sono Lazio, Lombardia, Toscana, Sicilia ed Emilia-Romagna.

“La tendenza all’aumento viene confermata anche nel 2021, dopo un 2020 nel quale i
casi segnalati sono stati 163 (+87% rispetto al 2019). – si legge nel rapporto – Per alcuni atti intimidatori non risulta sia stata presentata da parte della vittima denuncia-querela”. Nel 2021 sono stati censiti 53 episodi intimidatori connessi alle campagne informative relative all’emergenza pandemica.
Nel periodo 2018-2021 gli atti intimidatori riconducibili alla matrice della criminalità organizzata si sono attestati al di sotto del 20% del totale dei casi (19% nel 2018; 18% nel 2019 e 17% nel 2020).
“Nell’ultimo quadriennio la gran parte delle minacce rivolte ai giornalisti è riconducibile a contesti socio/politici e ad gli altri contesti”, è scritto sempre nel dossier del Ministero.
Due tavoli di particolare rilevanza e urgenza hanno accompagnato altrettanti episodi gravi nel corso del 2021. In specie il Centro di coordinamento dell’attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, che è presieduto dal Ministro dell’Interno, si è riunito il 4 marzo 2021 “per analizzare il quadro generale degli episodi di intimidazione anche a seguito di alcune minacce registrate sui social nei confronti dei giornalisti della testata giornalistica ‘Il Tirreno'”. Dopo quell’incontro il Ministro Luciana Lamorgese aveva sottolineato che “il tema delle minacce ai giornalisti, veicolate anche attraverso la rete, viene seguito con la massima attenzione perché la stampa è garanzia di circolazione delle notizie ed è componente fondamentale della nostra democrazia”. Il secondo vertice è del primo settembre 2021 convocato “dopo l’intensificarsi degli attacchi sulla rete e i gravi atti di violenza che hanno riguardato alcuni cronisti nel corso di manifestazioni di protesta contro i provvedimenti del Governo per contenere la diffusione del Covid 19”. Un focus sulla condizione dei giornalisti in Sicilia si è svolto il 12 marzo 2021 a Palermo, mentre il 23 aprile 2021 il Comitato del Ministero dell’Interno e la Commissione Parlamentare Antimafia hanno fatto il punto sulle intimidazioni della criminalità organizzata verso i giornalisti.
Anche nel 2021 le minacce tramite web si confermano come principale modus operandi (102 episodi). Le minacce verbali e le aggressioni fisiche seguono rispettivamente con 46 e 41 episodi; si registrano, inoltre, 17 missive minatorie, 14 casi di danneggiamento, 9 di scritte minacciose/ingiuriose e 3 casi di invio di oggetti. I canali web maggiormente utilizzati risultano il social network Facebook (41), le mail o altri contenuti online (35), seguiti da Instagram (15), Twitter (6) e Whatsapp (5).
(Nella foto il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese)


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