“Prego si accomodi”, trasformato in scoop. L’indegno comizio tenuto da Lavrov su invito della trasmissione di Mediaset che l’ha ospitato può davvero essere giudicato un formidabile colpo giornalistico? Nel progressivo abbandono dello studio della storia che questo nostro povero Paese sta vivendo, come si fa ad accettare passivamente che il ministro degli esteri di Putin offenda in quel modo la memoria di quanti combatterono il nazismo e i sei milioni di ebrei vittime della shoah? Non c’è stato solo il silenzio di chi aveva evidentemente concordato quella forma di partecipazione, ma, se davvero è stato così per come è stato riportato da alcuni giornali (io non ho visto la trasmissione), è comprensibile, tollerabile che chi tenta di giustificare le stragi, i massacri, le torture inferti al popolo ucraino venga salutato con un formale “Buon lavoro”?
E’ un buon lavoro quello che Putin e i suoi sodali stanno portando avanti ogni giorno? E’ un buon lavoro, quello che si apprestano a fare? E’ un buon lavoro l’accanimento contro i cordoni umanitari per salvare i civili? E’ un buon lavoro la disinformazione, l’informazione negata e falsata inflitta al popolo russo? O piuttosto non sarebbe stato meglio augurare buon lavoro auspicando la ricerca di una soluzione negoziata da sollecitare per chiudere dignitosamente un’ospitata trasformata in comizio?
Non so quale valutazione daranno i tanti giustificazionisti dell’aggressione all’Ucraina. Certo è che chi confonde l’attuale regime russo vedendolo come erede dell’Unione Sovietica dimentica Stalingrado, l’armata rossa a Berlino, i milioni di morti caduti per fermare le truppe hitleriane, la rivoluzione d’ottobre che Lenin non guidò per mettere se stesso al posto dello zar. Gli interminabili tavoli imperiali, gli ori del Cremlino, le guardie che lo salutano come se fosse dio in terra, manca solo l’investitura da Ivan il terribile e forse Putin sarà finalmente appagato, mentre l’Ucraina viene desertificata di uomini, donne, bambini. Certo, si sarebbe dovuto fare di tutto per impedire l’aggressione e forse la politica occidentale ha ceduto agli interessi dei guerrafondai, dei venditori di armi, di chi non ha alcun interesse a costruire un mondo di pace. Ma ora, come si fa a continuare a cercare le ragioni, le giustificazioni delle devastazioni che sono sotto i nostri occhi tutti i giorni?
Mi sembra davvero singolare che quasi contemporaneamente al comizio di Lavrov, un altro particolarissimo personaggio politico italiano abbia messo in discussione l’instancabile lavoro di documentazione che bravissimi colleghi come Ilario Piagnerelli, Gian Marco Sicuro, Enzo Arceri, Emma Farné, solo per citarne alcuni, hanno svolto e continuano a svolgere sul campo. Ancora una volta il pregiudizio, i paraocchi, scelte opportunistiche di chi in nome del proprio benessere potrebbe accettare il genocidio ucraino, tentano di negare la realtà. Ma questi sono i veri scoop che coraggiosi giovani giornalisti costruiscono giorno per giorno. Non certo chi dal proprio studio apre il microfono per diffondere la malafede, le bugie, la negazione della storia di un uomo di parte schierato contro la verità e contro l’umanità.