Il ricordo di Pierluigi Di Piazza è di quelli che non avremmo mai voluto scrivere. L’umiltà del cammino senza protagonismi e senza mai alzare la voce erano cuciti sulla sua stessa pelle e si esprimevano in una domanda, in un atteggiamento del corpo, in un tono della voce, nella trasparenza di uno sguardo. Lavorare per la pace era la stessa cosa che impegnarsi nell’accoglienza e aveva lo stesso colore dell’amicizia. L’identificazione col Centro Balducci cui aveva dato vita nella provincia friulana, non è mai stato il segno di una proprietà ma piuttosto di un servizio. Totale e gratuito.
Colpisce che la sua comunicazione sia sempre stata scritta senza punti esclamativi: più domande che certezze. Come fa il cercatore, il mendicante, colui che non possiede e, per questo deve ritrovare il coraggio di chiedere.
Per costruire la pace. In punta di piedi, ma non per questo in modo meno efficace. Pierluigi ci ha insegnato il silenzio e lo studio che non era da biblioteca ma da comunità. Abbiamo ottime ragioni per dirgli grazie proseguendo sul suo stesso sentiero balducciano, ovvero di Vangelo.
(da Mosaico di Pace)