A pochi giorni dalla giornata mondiale della libertà di stampa arriva da oltre oceano, la notizia secondo cui il presidente del paese più democratico al mondo Joe Biden attraverso la Casa Bianca avrebbe ‘censurato’ e rimproverato il giornale The New York Times per aver diffuso notizie private sulla guerra in Ucraina.
Il più prestigioso quotidiano al mondo ha rivelato come gli Stati Uniti siano più che semplici fornitori di armi per Kiev.
In un articolo pubblicato il 4 maggio a firma Barnes, Cooper e Schmitt dal titolo ‘U.S. Intelligence Is Helping Ukraine Kill Russian Generals, Officials Say’ sembra che l’intelligence americana, stia aiutando l’esercito ucraino a localizzare ed eliminare i generali russi direttamente impegnati nel conflitto per coordinare e guidare le truppe sul terreno.
I numeri parlano chiaro dal 24 febbraio ovvero dall’inizio della guerra, sarebbero ben 12 i militari di alto grado uccisi dai resistenti; un numero davvero enorme se pensiamo che il conflitto dura da 72 giorni.
Il New York Times ha ricostruito minuziosamente il coordinamento tra i servizi americani e quelli ucraini per fornire la localizzazione dei quartieri generali dei generali russi.
Questa rivelazione non deve essere piaciuta molto al Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca che ha definito “irresponsabile” il New York Times ed ha smentito la notizia “L’intelligence Usa non ha aiutato gli ucraini ad uccidere generali russi”.
“Gli Stati Uniti forniscono informazioni sul campo – ha dichiarato – per aiutare gli ucraini a difendere il loro Paese. Non forniamo informazioni di intelligence con l’obiettivo di uccidere generali russi”
Eppure le notizie indicate dal NYT sono trapelate proprio dal ministero della Difesa americana che ha lasciato intendere che l’impegno americano non è solo quello di fornire le armi agli ucraini, ma anche a dare loro informazioni di intelligence utili per potersi difendere.
Secondo l’articolo riportato, Washington avrebbe fornito dettagli su movimenti e posizione di truppe russe, nonché sul loro quartier generale militare mobile, che Kiev avrebbe poi utilizzato per condurre gli attacchi che avrebbero portato all’uccisione dei generali russi.
Notizie confermate dal generale Mark Milley, capo dello Stato maggiore congiunto che davanti a una sottocommissione del Senato degli Stati Uniti ha affermato che gli Stati Uniti hanno mandato una “quantità significativa di informazioni” all’Ucraina sia prima dell’invasione che dopo.
Informazioni quelle riportate nell’articolo, che se fossero confermate aprirebbero sicuramente a più ampie riflessioni sull’interferenza degli Stati Uniti nella guerra in Ucraina.
Di certo l’esternazione del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, organo di consulenza del presidente americano in politica estera e sicurezza, che ha tentato di censurare il NYT non ha dato un buon esempio di stampa libera considerando che gli Stati Uniti da tempo si ergono a paladini della democrazia e della libertà di pensiero.
Forse dovevamo aspettarcelo vista la vicenda di Julian Assange che rischia a giorni l’estradizione proprio negli Stati Uniti, arrestato e condannato a 175 anni di carcere per aver svelato informazioni segrete del Pentagono dal 2010 relative a crimini di guerra in Afghanistan e Iraq.
Praticamente gli Stati Uniti sono quel paese ‘democratico’ solo quando la stampa diffonde notizie a proprio favore, ma quando le notizie sono scomode, e rivelano crimini e atteggiamenti ‘poco chiari’, allora censurano, attaccano e imbavagliano la libertà di espressione.
Esattamente quanto accade in quei paesi in cui vige la dittatura.