Quando un miliardario si avvicina all’informazione, mi preoccupo per la libertà di pensiero. Tanto più se parliamo di Mask, l’uomo più ricco del mondo, che vuole comprarsi Twitter, una delle piattaforme più vaste nel web. Ma la politica si astiene da ogni vera regolazione, per non entrare in conflitto con il capitalismo più redditizio del momento: il business della reputazione. Cioè quel bip che avvisa del messaggino appena arrivato e pretende attenzione perché in ballo c’è la cruciale quotazione del proprio io o quello degli altri.