Parte con un rinvio il processo per le minacce a Berizzi. “Qui per difendere a libertà di stampa”

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Quello iniziato oggi è il primo processo per minacce provenienti dalla galassia neofascista che ha come parte offesa il giornalista che da anni si occupa dei rigurgiti neofascisti in Italia e relativi legami economici. Paolo Berizzi, che oggi è comparso come parte offesa, è finito sotto scorta “a causa” delle sue inchieste, problemi cresciuti a dismisura dopo la pubblicazione di “Nazitalia” e proseguiti durante le presentazioni del suo ultimo libro “E’ gradita la camicia nera”. Un lavoro instancabile e scomodo che gli è costato insulti, minacce, diffamazione. Il procedimento aperto dalla Procura di Bergamo riguarda le minacce e la diffamazione contenute in post pubblicati in rete. Dieci gli imputati cui la polizia postale, coordinata dal pm Emanuele Marchisio, è risalita dall’analisi dei server di mezza Italia da cui sono partite le aggressioni telematiche al giornalista, spesso da profili anonimi e quindi di non immediata identificazione. In aula accanto a Berizzi c’erano il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Giuseppe Giulietti, il Presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, Paolo Perucchini, che hanno chiesto di essere parte civile insieme all’Ordine dei Giornalisti, quali parti colpite dalle aggressioni che costituiscono una lesione della liberta di stampa e dunque di tutti i giornalisti italiani.
“Voglio solo giustizia e vado fino in fondo (minacciare una persona fuori e dentro i social è un reato e come tale non può e non deve essere impunito). Non soltanto per me e per chi mi sta accanto e mi sostiene, ma anche per difendere la Costituzione repubblicana antifascista e antirazzista”, ha detto Berizzi.
“Per la Fnsi le minacce a Berizzi riguardano tutta la comunità dei giornalisti e ledono il diritto di essere informati dei cittadini, oltre che l’articolo 21 della Costituzione, sgradita ai fascisti. – ha detto il Presidente della Fnsi,  Giuseppe Giulietti – Ci sono, sappiamo, anche altre indagini sempre su minacce in rete al collega e saremo anche negli altri procedimenti ove e quando arriveranno in Tribunale”. In aula anche Lorenzo Frigerio in rappresentanza di Libera. Il processo è stato aggiornato al prossimo 15 luglio per sanare un vizio nelle notifiche a due degli imputati.


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