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Macron adesso è una speranza per l’Europa, che ci piaccia o no

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Stupisce che nessun analista ricordi, nel commentare le vicende politiche italiane e straniere, cosa c’è stato prima dell’Ucraina: una pandemia mondiale senza precedenti che ancora oggi colpisce con il virus più contagioso da quando esiste una storia della medicina. E Macron, riconfermato alla presidenza francese, è un capo di stato che ha gestito questa emergenza ( molti meno morti che in Italia) e che, forse, i francesi hanno ritenuto che non l’abbia fatto poi così male. La Francia, come gli altri paesi europei, stava uscendo alla crisi con il Next Generation UE quando è piombata su tutti noi l’invasione di Putin e la guerra in Ucraina.

Attribuire la crisi sociale francese e i dislivelli economici delle periferie soltanto al liberismo macroniano che ha caratterizzato il suo primo triennio della sua presidenza non sembra oggi una lettura trasparente e onesta. E colpisce, in positivo, il fato che lo stesso Macron non abbia aspettato neppure un istante dopo la conferma di domenica 24 per dire che questa sarà una stagione diversa, per riconoscere i propri errori e la volontà di recuperare quella parte di francesi che ha  motivo di essere arrabbiata.

Certo, è politica. A giugno ci sono le elezioni legislative, la frammentazione del voto è già apparsa chiara, le possibili coabitazioni molto difficili. Ma Macron può diventare proprio attraverso quel voto sempre di più il presidente di tutti i francesi,

Guardiamoci intorno: abbiamo una Europa senza leader, né a capo dei governi dell’Unione, né come capi dell’Unione stessa. Un pellegrinaggio a Kiev per dare solidarietà senza mai pronunciare la parola pace è stato uno spettacolo penoso per l’Europa. Avremmo potuto diventare noi il tavolo di pace, quello che avrebbe fermato Putin prima dei massacri, e non lo abbiamo fatto. Macron ha provato, da solo, già da prima dell’invasione e dopo, con testardaggine, anche se in campagna elettorale. Sarà almeno consentito sperare che ora, con la forza della rielezione che lo mette in una posizione di gran lunga migliore, giochi un ruolo decisivo per evitare le involuzioni indescrivibili di una guerra sempre più Russia-Stati Uniti? Non solo io, molti osservatori internazionali, pensano che Macron questa partita la giocherà e la giocherà soprattutto in chiave europea. Noi italiani aspettavamo questo dal nostro capo di governo, ma abbiamo capito dal primo giorno che per l’Italia sarebbe stata scelta la sola linea della Nato, senza neppure un minimo di differenzazione ed è questo che provoca le lacerazioni , quelle interiori, quelle emotive, che scuotono chi vota a sinistra e chi da sempre è stato semplicemente pacifista convinto.

Con i suoi 44 anni Macron inizia un secondo mandato forte della determinazione ad essere la rinascita dell’Europa e aver vinto le elezioni sconfiggendo il nazionalismo, il sovranismo e il putinismo contro una candidata che, comunque, prende un po’ di voti in più ma ha solo collezionato un incredibile numero di sconfitte.

Se accanto alla ricerca di una pace comunque possibile fra Russia e Ucraina affiancherà un impegno vero, visibile e toccabile con mano per l’emergenza climatica e energetica Macron sarà una speranza e una rinascita per questa vecchia Europa che per ora parla di riaprire centrali a carbone, riarmarsi stato per stato, continuare a fare affari con Putin e non mettere mai sullo stesso piano i profughi che combattono contro l’invasore. Ucraini, eccome, magari però anche siriani, curdi, afgani, libici, yemeniti e perfino palestinesi.


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