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La riforma del catasto è di sinistra

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La riforma del catasto è di sinistra. Va fatta perché genera giustizia erariale, visto che oggi le case di periferia sono più tassate in proporzione di quelle in centro. Questo per il semplice fatto che le prime – più recenti – hanno redditi stimati con valori prossimi a quelli di mercato, mentre il gettito degli edifici centrali non viene aggiornato dal 1988. Solo nel 2005 ci fu una parziale revisione degli estimi, che interessò anche grandi comuni come Roma e Milano, ma rimase un’operazione incompiuta in gran parte del Paese.

A osteggiare questa iniziativa sono coloro che da decenni si nascondono nelle pieghe della inefficienza amministrativa per eludere le tasse, con la complicità inerte di un fronte trasversale della politica, che non vuole svegliare il can che dorme per non perdere consenso. Con il riordino catastale si recupererebbero circa 6 miliardi; cifra importante per le entrate, ma soprattutto segnale netto verso una maggiore equità sociale, un tema che la sinistra ha trascurato per troppo tempo.

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