A Kiev è nato un Patto anti-Unione Europea, che si rivolge direttamente al “protettorato americano” economico, politico, finanziario, e all‘ombrello NATO per la difesa e gli armamenti.
I 5 paesi dell‘ex-Patto di Varsavia ai tempi dell‘Unione Sovietica (Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia ed Ucraina) hanno posto le basi per una nuova Yalta, come conseguenza dell‘aggressione armata della Russia di Putin contro Kiev.
La foto “opportunity”, scattata al termine dell‘incontro con il giuramento delle mani tra i 5 presidenti non deve indurre in inganno, come fosse una scena della serie tv ucraina con Zelensky protagonista, regista, sceneggiatore e produttore della serie “Servitore del popolo”, che gli fece ottenere un grande successo di pubblico e di introiti, e poi con lo stesso nome, diventare anche Presidente dell’Ucraina.
Siamo in realtà alle propaggini di una deriva pericolosa per il futuro della stessa Unione Europea. Alla nemesi storica, soprattutto per la Germania, di quell’allargamento verso Est, dopo la caduta del Muro di Berlino, così deterministicamente voluto proprio dai governanti tedeschi, nonostante le ritrosie di Francia e Gran Bretagna, propedeutico ad una egemonia mercantile, industriale e finanziaria vero l Est, che ha reso ancor più potente il sistema economico tedesco, a scapito degli altri stati. Sia i nuovi adepti dell’EU sia le altre nazione ancora sotto l’egida di Mosca hanno potuto così usufruire di vantaggi e joint-venture che hanno creato benessere, sviluppo industriale e occupazione. Una sorta di coesistenza pacifica economica, garantita comunque da un lento declino della NATO da parte degli alleati europei, restii ad incrementarne le spese, nonostante le insistenze americane.
Per i paesi dell’Est, questa cooptazione ha comportato però un forte aggravio del Bilancio comunitario. Per decenni sono stai elargiti enormi finanziamenti all Est. Si è permesso che si creasse per un certo gruppo, spesso governato da alleanze conservatrici, razziste e integraliste, una sorta di “Alleanza” antiliberale, sfruttando anche l’assurdo potere di veto contro importanti decisioni in tema di estensione del Welfare, di allargamento dei diritti civili, di aiuti finanziari straordinari verso paesi in difficoltà (Grecia, Portogallo, Spagna, Cipro, Malta, persino l’Italia, guarda caso il Sud Mediterraneo!).
Oggi questa nuova NATO-Bis, bellicosa e scissionista, rischia così di farci precipitare in una profonda crisi economica e democratica, calpestando in nome di fondamentalismi religiosi anche quei diritti civili e sociali conquistati in decenni di lotte popolari.
La guerra, purtroppo, sta anche mettendo alla prova la coesione di tutta l Unione e questa “Santa alleanza baltica” non va presa sotto gamba né liquidata con sufficienza. Ricordiamoci che questi 5 paesi sono “orfani” di sistemi istituzionali illiberali; non hanno mai fatto i conti con la storia in merito al collaborazionismo con i nazisti e al loro atavico antisemitismo (nei loro paesi, compresa l Unione Sovietica vivevano oltre 9,5 milioni di ebrei prima della Seconda guerra mondiale), dai progrom zaristi e austro-ungarici fino alla partecipazione attiva nell’Olocausto. Alla loro guida si alternano leadership neoliberiste, sensibili alle pressioni di oligarchie, a loro volta intrecciate con società in mano agli oligarchi russi amici di Putin. Lo sciovinismo e l euroscetticismo predomina insieme ad un revanscismo nazionalista oggi fortemente antirusso, a seguito dei pericoli di un estensione della guerra contro l Ucraina.
E chiaro che dietro di loro si muova la “manina velenosa” dei governi statunitensi, già dai tempi di Obama, poi di Trump e oggi del “guerrafondaio” Biden. Il ricorso ai finanziamenti in miliardi di dollari per armamenti e sistemi d arma, la spinta ad allargare i confini della NATO sempre più ad Est, le promesse in campo economico e finanziario, le pressioni verso sanzioni ed embarghi (chiusura dei rubinetti di gas e petrolio, blocco dei sistemi di pagamento interbancario). L importante è indebolire il secondo grande concorrente, l Unione Europea, nella Rete globalizzata degli affari e della visione dei sistemi democratici (la Cina, invece, reta l avversario più ostico, superiore agli USA in Prodotto interno lordo e innovazioni tecnologiche).
Ecco che in contemporanea a livello mediatico e nei rapporti di politica estera si cerca di fiaccare la resistenza dell opinione pubblica e di quei governi alleati europei, che vorrebbero intavolare trattative per imboccare la strada tortuosa della Pace.
Occorre quindi reagire con forza e senza indugi a questa provocazione geopolitica, condotta in prima persona dal Presidente ucraino, il quale a causa dell aggressione tremenda che sta subendo dalla Russia, cerca spregiudicatamente di alimentare il fuoco della “belligeranza” con l allargamento ad Ovest del conflitto, arrivando persino ad intimare al Papa la modifica della Via Crucis, per non far vedere in Mondovisione una donna ucraina e una russa portare la Croce nella 13° Stazione; o quando, oltraggiando le istituzioni tedesche, ha rifiutato la presenza al vertice di Kiev del Presidente della Germania.
Lo ribadiamo una volta per tutte: vogliamo la Pace subito e non l escalation verso una Terza Guerra mondiale “per procura”.
Putin comunque dovrà alla fine rispondere delle sue azioni e degli orrori commessi in Ucraina.