Il cordoglio di “Imbavagliati – Festival Internazionale di Giornalismo Civile” e di “Articolo21 Campania” per la perdita di Letizia Battaglia ai suoi familiari e ai suoi cari.
Nel 2016 il festival ospitò un’antologica, a cura di Stefano Renna nelle sale del Pan/Palazzo delle Arti di Napoli della grande artista siciliana, che tornava a Napoli dopo vent’anni.
Come lei stessa ebbe modo di dire “Sono molto onorata e felice di portare il mio contributo a un’iniziativa sensibile e socialmente utile come imbavagliati. Napoli è una città che amo molto. Durante la guerra, la mia famiglia visse un periodo molto intenso e travagliato nella vostra fantastica città, ne ho ricordi vaghi, ma il sentimento che mi lega a Napoli è sempre molto forte”.
Uno dei pochi privilegi della mia professione è quello di poter conoscere giganti come questa straordinaria artista e donna, che all’inaugurazione della sua mostra a Napoli, “Letizia Battaglia per Imbavagliati”, parlò davanti ad una platea di circa 600 fotografi, tutti arrivati spontaneamente per poter abbracciare il loro mito.
Ricordo la sua immensa generosità nello spiegare in maniera profondamente leggera, concetti complicati, sull’arte, la fotografia ad un pubblico, mai così attento… Quello che mi colpì è che solo dopo poche ore dal suo arrivo in città, la Battaglia chiese con insistenza di essere accompagnata a Scampia, perché, questa incredibile artista, nella sua ricerca non si fermava mai e voleva scoprire ed immortalare il quartiere all’ombra delle vele… E fu generosa anche nel concederci una sua foto inedita, grazie alla quale Imbavagliati ebbe la prestigiosa copertina de “La Lettura“.
“Oggi quello del fotografo è un mestiere malpagato come ai miei tempi e ancora più difficile – disse davanti alla foltissima platea, dove c’era tra gli altri il maestro Mimmo Jodice – e ci sono tante ipocrisie, come quella dei bambini che non si possono fotografare. Eppure poi sono prede della pedofilia”.
La Battaglia, che aveva consegnato alla storia, con i suoi scatti, la guerra di mafia, all’incontro di Napoli raccontò “che oggi foto come quelle non sarebbero più possibili. Agli obiettivi professionali si impedisce l’accesso, mentre è via libera agli smartphone”.
Nata a Palermo nel 1935, la Battaglia è stata la prima donna fotografa ad entrare in una redazione di un giornale (L’Ora) e la prima europea a vincere il premio W. Eugene Smith Award nel 1985 a New York.
Fondatrice dell’”Informazione fotografica”, frequentata da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna, documenta gli anni di piombo e i delitti di mafia.
Suoi sono gli scatti all’hotel Zagarella che ritraevano gli esattori mafiosi Salvo insieme ad Andreotti e che furono acquisiti agli atti per il processo. Negli anni ’80 crea il “laboratorio d’If”.
Nel 1999 vince il Mother Johnson Achievement for Life. Ha esposto in Italia, nei Paesi dell’Est, Francia (Centre Pompidou, Parigi), Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada. Il suo impegno sociale e la sua passione per gli ideali di libertà e giustizia sono descritti nella monografia delle edizioni Motta: “Passione, giustizia e libertà”.
Nel 2008 appare in un cameo nel film di Wim Wenders “Palermo Shooting”.