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I gesti concreti dei volontari bielorussi in Ucraina

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Dopo che l’alleanza tra Putin e Lukashenko nella guerra in Ucraina è diventata palese, i cittadini bielorussi si sono trovati in una posizione molto ambigua: agli occhi dell’opinione pubblica che non ha seguito la situazione in Bielorussia negli ultimi due anni sembrano complici del dittatore. Per la prima volta i bielorussi all’estero subiscono xenofobia e discriminazione a causa della loro nazionalità. La giornalista bielorussa Eugenia Dolgaya racconta le storie dei volontari bielorussi in Ucraina che con i gesti concreti dimostrano ogni giorno con chi si schiera realmente il popolo bielorusso. Eugenia stessa è stata vittima di repressioni in Bielorussia. In ottobre 2020 è stata arrestata dagli agenti in borghese semplicemente per strada, mentre stava tornando a casa con la figlia di nove anni. Ufficialmente le autorità le contestavano la partecipazione alle manifestazioni pacifiche contro i brogli elettorali, ma il vero motivo era la sua attività professionale: Eugenia collaborava con diverse testate indipendenti e raccontava la verità sulle brutalità del regime dittatoriale anche sul canale Telegram che gestiva da sola. Durante gli interrogatori le autorità le hanno minacciato che non avrebbe visto la figlia per molto tempo se continuava a fare il suo lavoro. Dopo aver trascorso qualche giorno in cella, dove ha fatto lo sciopero della fame, Eugenia è stata condannata ad una multa salata e ha dovuto emigrare in Ucraina. Fino al 24 febbraio 2022 ha continuato a raccontare la protesta pacifica del 2020 attraverso il suo blog Instagram “The body of Belarus” dove pubblica le foto di tatuaggi ispirati protesta pacifica del 2020 e le loro storie. Quando è iniziata la guerra, Eugenia è fuggita in Polonia insieme a centinaia di migliaia di profughi. Là ha provato sulla propria pelle che cosa significa essere cittadini di un paese alleato della Russia nella vergognosa “operazione speciale”. Così ha deciso di dare la voce ai volontari bielorussi in Ucraina per chiarire gli equivoci e portare il messaggio di solidarietà: i bielorussi sostengono il popolo ucraino. Gli eroi dei post di Eugenia sono i bielorussi che hanno subìto le repressioni politiche in patria e ora stanno aiutando agli ucraini a difendere la loro terra dall’aggressione militare. Nadzeya Sedun era una studentessa in Bielorussia. Ha dovuto lasciare il paese per non finire in carcere a causa della sua partecipazione al movimento studentesco per la democrazia. Ora è volontaria in un centro di accoglienza in Polonia: aiuta ai rifugiati ucraini a trovare alloggio, fa mediazione linguistica, raccoglie e distribuisce gli aiuti umanitari e sostiene le persone semplicemente con una parola, con un sorriso. Insieme agli altri volontari fa le reti mimetiche: in quattro giorni ha tessuto 65 metri quadri della rete mimetica che è stata spedita in Ucraina.  La bielorussa Lena Amnuel è stata arrestata in agosto 2020 a Minsk e ha visto che cosa succedeva nel tristemente famoso carcere degli orrori in via Okrestin. Adesso fa la volontaria alla stazione ferroviaria e al magazzino degli aiuti umanitari a Varsavia, fa donazioni a sostegno dell’esercito ucraino e aiuta ai profughi ucraini a trovare l’alloggio. Danila Lauretski era studente a Minsk. È scappato dalle repressioni politiche 12.11.2020, passato alla storia come “il giovedì nero”, quando le autorità del regime dittatoriale hanno effettuato decine di arresti e perquisizioni degli attivisti del movimento studentesco contro le elezioni truccate. Ora Danila si occupa dell’approvvigionamento nel battaglione dei volontari che si sono arruolati nell’esercito ucraino. Ogni giorno cerca, ordina e organizza il trasporto di tutto quello che serve agli uomini che difendono l’Ucraina.

Yauhen Zhurauski è un attivista del movimento anarchico bielorusso, che è un movimento dichiaratamente antifascista. In Bielorussia Yauhen era stato arrestato più volte, poco fa le autorità hanno aperto a suo carico un’inchiesta criminale. La casa di sua madre è stata devastata durante una perquisizione. Ora Yauhen è volontario nell’esercito ucraino e rischia la vita per difendere il paese dall’aggressione militare di Putin.

La storia di un altro volontario bielorusso nell’esercito ucraino, la racconta la giornalista di Novaya Gazeta, Elena Kostuchenko, nella sua bellissima intervista rilasciata il 2 aprile scorso alla testata indipendente holod. Il ragazzo si è recato al punto di reclutamento nella città di Odessa. Gli hanno detto: sei bielorusso, non possiamo accettarti. È rimasto là per tre giorni di fila, ha usato tutte le amicizie e le conoscenze che aveva affinché accettassero la sua domanda. Alla fine ci è riuscito.

Anche la diaspora bielorussa fa tutto quello che può per sostenere il popolo ucraino. L’Associazione bielorussi in Italia “Supolka” ha lanciato la raccolta fondi per acquistare i dispositivi di trattamento ipobarico delle ferite da inviare negli ospedali ucraini dove sono molto richiesti in questo momento. Per acquistarne venti occorrono 40mila euro. Potete contribuire anche voi cliccando su questo link
https://buonacausa.org/cause/belaruswithukraine


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