Voler difendere la pace non può essere considerata una colpa. Accusare falsamente l’Anpi e i suoi iscritti di essere “filo-putiniani” è inaccettabile e rappresenta un grave e incomprensibile attacco verso un’associazione che della riconquista e della difesa della democrazia ha fatto la ragione della sua esistenza. Non spetta a noi o ad altri dover spiegare cosa sia l’ANPI. La storia e il presente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia parlano chiaro. Un conto è il sano diritto di critica e la dialettica democratica che nessuno vuole mettere in discussione o far tacere. Altra cosa sono la sistematica denigrazione, la calunnia e linciaggio, anche mediatico, portati avanti contro l’ANPI, i suoi dirigenti e i suoi iscritti con modalità incivili.
Non si può demonizzare chi – pur avendo chiaro chi è l’aggressore e chi l’aggredito, quindi le colpe e le responsabilità di questa guerra – invita a fare analisi.
L’ANPI da sempre svolge un ruolo centrale di garante dei principi fondanti della Costituzione nata dalla lotta al nazi-fascismo, dopo la Seconda Guerra Mondiale: Una carta che condanna la guerra, tutte le guerre come risoluzione delle controversie internazionali. Oggi l’ANPI ci ricorda con coraggio e determinazione i valori che ci hanno lasciato in eredità i padri della Costituzione e in coerenza sostiene la necessità di intervenire sulla guerra in Ucraina, non solo condannando da subito l’invasione criminale della Russia e riconoscendo il diritto di un popolo aggredito a difendersi ma anche cercando di capire le ragioni e le cause di questo conflitto per individuare le soluzioni praticabili per far tacere le armi, fermare le stragi di civili e di soldati che giorno dopo giorno crescono sempre di più. Col pericolo di precipitare in una terza guerra mondiale tra potenze con arsenali nucleari.
L’ANPI, e anche noi della RETE NOBAVAGLIO, così come tante realtà del mondo cattolico, del volontariato e del terzo settore, crediamo nel ruolo di pacificazione che dovrebbe essere svolto dalla diplomazia internazionale, dalla UE, dall’Onu e dal nostro Paese. La necessità di continuare perseguire le strade della diplomazia, richiamata con forza dall’ANPI prescinde dalle diverse letture sul confitto e dalla solidarietà alla popolazione ucraina. Dare voce e far sentire le ragioni della pace è fondamentale per tutti coloro che credono nel futuro e in un mondo migliore, a partire da chi, nella stessa Russia di Putin, oggi va incontro ad arresti e vessazioni per essersi opposto a questo conflitto.
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