Le minacce alla libertà di stampa sul continente europeo – che comprendono l’assassinio di giornalisti, attacchi fisici e verbali e cause legali nei loro confronti, oltre che leggi che riducono le loro possibilità di lavorare, e l’indipendenza dei media – sono aumentate del 41% nel 2021 rispetto all’anno precedente. Il dato proviene dal rapporto annuale redatto dalle 15 associazioni, tra cui la Federazione europea dei giornalisti e Reporter senza frontiere, che gestiscono la piattaforma per la protezione dei giornalisti del Consiglio d’Europa. L’anno scorso in Europa sono morti nell’esercizio delle loro funzioni 6 giornalisti – 3 di loro sono stati assassinati. “I giornalisti sono inoltre sempre più soggetti ad attacchi fisici, aumentati del 51% nel corso del 2021”, indica il rapporto. Molti di questi attacchi sono avvenuti durante manifestazioni o proteste contro le misure prese per il Covid e mostrano “quanto coprire questi eventi sia divenuto pericoloso per i giornalisti”, si legge nel rapporto. Sulla piattaforma sono stati inseriti gli attacchi fisici e le minacce di cui sono stati vittime numerosi giornalisti italiani soprattutto durante le proteste contro il ‘green pass’. Un altro dato allarmante riguarda “le minacce attribuite allo Stato o ai suoi funzionari”, che concernono il 47% dei casi riportati sulla piattaforma nel 2021. In questa categoria rientrano la legge varata in Grecia contro le “fake news”, ma anche le cause per diffamazione e oltraggio a un magistrato in udienza intentate in Italia contro i giornalisti Lorenzo Tondo e Kelly Duda da parte di due procuratori, o l’ordine del Tar del Lazio a ‘Report’ di rivelare le fonti utilizzate per la puntata “Vassalli, valvassori, valvassini” sulla gestione dei fondi pubblici in Lombardia andata in ondo il 26 ottobre del 2020.
(Ansa)