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Ucraina, cameraman ucciso nell’attacco a Babyn Yar

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A riferirlo, su Twitter, la giornalista freelance Olga Tokariuk. «La prima persona che conosco è morta in questa guerra», scrive. Il 26 febbraio, due reporter danesi erano rimasti feriti mentre si stavano recando per un reportage in un asilo bombardato a Ohtyrka, nel nord-est del Paese.

Il cameraman Yevhenii Sakun è stato ucciso ieri, martedì 1° marzo, assieme ad altre quattro persone, nel bombardamento russo di Babyn Yar, il memoriale dell’Olocausto a Kiev. Lo rende noto, su Twitter, la giornalista freelance ucraina Olga Tokariuk. «La prima persona che conosco è morta in questa guerra – scrive –. È stato un piacere lavorare con lui. Sono devastata da questa notizia».

Sakun è il primo operatore dei media a perdere la vita nel conflitto. Il 26 febbraio, due giornalisti danesi, Stefan Weichert e il fotografo Emil Filtenborg Mikkelsen, erano rimasti gravemente feriti mentre si stavano recando per un reportage in un asilo bombardato a Ohtyrka, nel nord-est dell’Ucraina. L’auto su cui viaggiavano è stata raggiunta da colpi di arma da fuoco e i due reporter hanno riportato serie ferite nonostante indossassero giubbotti antiproiettile.

Secondo quanto riporta la Ifj, che cita il Sindacato danese dei giornalisti, hanno lasciato l’Ucraina e si stanno dirigendo verso il loro Paese di origine.

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