La Federazione europea dei giornalisti ha invitato gli Stati membri dell’Unione europea a dare un forte sostegno alla libertà dei media preparando rifugi di emergenza e abolendo il visto per i giornalisti Russi in fuga dal loro Paese e ai giornalisti Bielorussi che cercano di scappare dalla guerra e dalla repressione. Dopo la vicenda di Marina Ovsyamova, apparsa alla TV russa con un cartello contro la guerra, il problema della censura in Russia è balzato ancora di più alla cronaca e la EFJ ha rimarcato la necessità di una maggior protezione per tutti gli operatori dell’informazione. Oltre 150 giornalisti russi sono fuggiti dal Paese dopo l’approvazione della legge che prevede fino a 15 anni di carcere per chi parla della guerra in modo non conforme alla propaganda governativa: sono approdati per lo più in Turchia, Georgia o Azerbaijan ma alcuni sono stati arbitrariamente respinti in quanto appunto privi di visto, altri trasferiti d’imperio e uno di loro, Mikhail Fishman, di Dohzd TV, anche arrestato.
Per la EFJ, i Paesi dell’Unione europea, oltre al necessario sostegno ai media ucraini, dovrebbero prevedere visti di emergenza per i giornalisti e le loro famiglie.
Intanto, la Federazione europea dei giornalisti , insieme con la IFJ, la Federazione internazionale, ha di nuovo condannato e denunciato i continui attacchi ai reporter impegnati a coprire la guerra in Ucraina, attacchi che hanno già provocato l’uccisione di Brent Renaud, quella del cameraman Pierre Zakrzewski il ferimento in modo grave di un altro giornalista americano, Benjamin Hall, e la morte di Olexandra Kuvshynova. Quest’ultima, producer ucraina, stava aiutando una squadra di colleghi di Fox News , come ha denunciato il presidente del sindacato dei giornalisti ucraini, Sergiy Tomilenko. Con l’occasione, Tomilenko ha stigmatizzato la tendenza dei media internazionali a dare maggior risalto alle morti di giornalisti stranieri con rischio di sottovalutare e mantenere in ombra lo straordinario sforzo e sacrificio dei colleghi ucraini.