BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

“Scendete in piazza e protestate” l’invito di Alexey Navalny il maggior oppositore di Putin

1 0

Alexei Navalny I’acerrimo nemico del capo del Cremlino dalla colonia correttiva “numero 2” di Pokrov, nella regione di Vladimir, a centinaia di chilometri da Mosca ha lanciato un appello a tutti i suoi sostenitori.

Attraverso la sua portavoce Kira Yarmysh, ha invitato i russi a organizzare proteste quotidiane contro la campagna militare in Ucraina. Il politico ha chiesto alle persone di uscire e protestare contro la guerra ogni giorno alle ore 19 e nei fine settimana alle ore 14 in tutte le “piazze principali delle vostre città, ovunque voi siate”.

Le persone – ha scritto Navalny – non devono soloessere contro la guerra”, ma devono anche “combatterla”.

Noi, la Russia, vogliamo essere una nazione di pace – ha scritto. Purtroppo, poche persone ci chiamerebbero così ora”.

Il suo account è seguito da oltre 2,7 milioni di follower, ai quali ha esortato di prendere posizione contro il governo russo. Ha chiesto inoltre alle persone di recarsi alle ambasciate russe nei loro paesi per opporsi a quella che ha definito “una guerra aggressiva contro l’Ucraina scatenata dal nostro ovviamente pazzo zar”. “È il terzo decennio del 21° secolo e stiamo guardando notizie di persone che bruciano carri armati e case bombardate”, ha twittato.

“Ogni persona arrestata deve essere sostituita da due nuovi arrivati”, ha continuato, citando i rischi che i russi corrono quando protestano contro Putin.

Migliaia di russi inorriditi sono già scesi nell estrade nei giorni scorsi per protestare contro l’invasione, una rara manifestazione di rabbia, in un paese in cui le manifestazioni spontanee sono illegali e i partecipanti rischiano multe e reclusione.

Si stima che circa 6.000 manifestanti siano stati arrestati in più di 50 città della Russia, ha riportato l’Associated Press domenica scorsa, citando i dati del gruppo per i diritti umani OVD-Info.

Alcuni hanno cantato “No alla guerra!” mentre altri hanno parlato della loro rabbia per il bombardamento dell’Ucraina da parte del governo.

L’invito di Navalny sta iniziando a trovare terreno fertile e pare che il Cremlino oggi abbia riconosciuto le conseguenze delle sanzioni che stanno provocando duri colpi all’economia russa. Con il rublo in caduta libera e la mancanza di contante ora i cittadini russi hanno capito che si sta andando verso una guerra economica. La Borsa di Mosca è rimasta chiusa per 3 giorni e si sono quasi azzerati i valori dei maggiori gruppi industriali russi quotati alla Borsa di Londra.

Alexei Navalny sta scontando una condanna a due anni e mezzo per trasgressione della libertà vigilata e per le sue feroci critiche al presidente Vladimir Putin. Da anni sta portando avanti una lunga campagna per ottenere riforme contro la corruzione in Russia.

Nell’agosto 2020, mentre era in viaggio in Siberia, era stato avvelenato, da un’arma chimica vietata che lo ha quasi ucciso, secondo un laboratorio tedesco, trascorrendo mesi di convalescenza a Berlino.

Navalny ha incolpato Putin di averlo avvelenato attraverso l’agente nervino Novichok. Ovviamente Putin ha negato qualunque coinvolgimento nella vicenda e una volta che Navalny è rientrato a Mosca è stato subito arrestato.

A seguito dell’avvelenamento, l’amministrazione Biden ha annunciato sanzioni lo scorso anno contro sette figure di spicco del governo russo, sebbene le sanzioni non fossero direttamente rivolte a Putin.

In risposta la Russia ha definito che le sanzioni statunitensi erano “un attacco ostile anti-russo”, poiché gli Stati Uniti hanno continuato a chiedere il rilascio di Navalny.

Alexei Navalny è stato anche il vincitore del Premio Sacharov 2021 per la libertà di pensiero del Parlamento europeo. “Navalny – si legge nelle motivazioni – ha dimostrato grande coraggio nel tentativo di restituire la libertà di scelta al popolo russo. Per molti anni ha lottato a favore dei diritti umani e le libertà fondamentali nel suo paese. Questo gli è costato la libertà e per questo ha rischiato la vita.”


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21