Plauso del segretario Daniele Macheda e del fiduciario dei corrispondenti esteri, Rino Pellino. «Non era più sostenibile – rilevano – continuare a “tenere in panchina” i nostri giornalisti mentre i principali network internazionali riprendevano il flusso informativo dalla Russia».
La Rai riprende le attività giornalistiche della sede di corrispondenza di Mosca a partire dal 30 marzo. «Una buona notizia per la libertà e l’indipendenza dell’informazione del servizio pubblico», commentano Daniele Macheda, segretario Usigrai e Rino Pellino, fiduciario dei corrispondenti esteri.
«Da settimane – spiegano in una nota – l’Usigrai e i corrispondenti della Rai chiedevano che venisse presa questa decisione per consentire ai corrispondenti Marc Innaro e Sergio Paini e agli inviati pronti a rientrare nella Federazione Russa di riprendere il loro racconto di quanto sta accadendo dall’altra parte del conflitto. Non era più sostenibile che Rai continuasse a “tenere in panchina” i propri giornalisti mentre i principali network internazionali, valutata la situazione e la nuova normativa in vigore in Russia, riprendevano il flusso informativo da Mosca. Una situazione il cui prolungarsi ha alimentato polemiche e dubbi sulle reali ragioni di quella decisione».
Macheda e Pellino augurano quindi «buon lavoro ai colleghi Innaro e Paini e a tutti gli inviati della Rai che si avvicenderanno sul territorio della Federazione Russa, auspicando che le corrispondenze, d’intesa con le testate, possano riprendere anche prima del 30 marzo».
La sospensione delle attività giornalistiche da Mosca era stata determinata dalla nuova normativa della Federazione Russa che prevede pene detentive per chi diffonde notizie ritenute unilateralmente “non fondate” dalle autorità russe sull’invasione in Ucraina e sulle sanzioni imposte da vari Paesi.