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La Grande Moschea di Roma lancia appello per la pace ai Mufti di Ucraina e Russia

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Il segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia della Grande Moschea di Roma Abdellah Redouane, ha inviato  un appello ai Gran mufti, le massime autorità islamiche di Russia e Ucraina.

“Considerando il ruolo importante della Grande Moschea dì Roma come ente istituzionale dell’Islam in Italia, – ha spiegato l’Imam della Moschea Nader Akkad – e considerando i suoi buoni rapporti con le autorità islamiche dei Mufti della Russia e dell’Ucraina, abbiamo una speranza che questo nostro appello trovi un’ascolto e una risposta alla nostra voce che vuole richiamare le parti ai valori della pace e della fraternità in questa regione martoriata dalla violenza e dal dolore”.

Nella missiva, rivolta al Gran muftì russo Rawil Gaynutdin e all’omologo ucraino Said Ismagilov, si chiede alle massime autorità islamiche dei due Paesi di “fare tutto quanto” in loro potere per “intercedere” presso i governi di Mosca e Kiev affinchè “la pace possa tornare a sorridere nella vostra regione, così come ovunque nel mondo”.

Le due personalità religiose, si legge nella lettera, sono ritenute “le figure maggiormente qualificate per realizzare questa notevole iniziativa, in considerazione dell’alto apprezzamento e del grande rispetto di cui godono”.

“Questo appello – spiega Redouane – “trae anche ispirazione dall’autentico insegnamento della nostra vera religione, che richiede ed esige amore, fratellanza umana e pace tra gli essere umani”.

La lettera fa anche riferimento alle parole espresse dal Gran muftì russo alla “Conferenza di Mosca del 2019 e alla Conferenza di Berlino” dello stesso anno, entrambe “organizzate sotto i suoi auspici, e dal suo patrocinio del Forum islamico internazionale a cui ha partecipato anche il Centro islamico culturale d’Italia della Grande moschea di Roma”.

“Tutti noi – si legge ancora nelle missive – preghiamo ogni istante I’Onnipotente affinché la pace e I’armonia si diffondano, affinché la pace possa tornare nel cuore delle popolazioni e delle comunità li residenti e i volti dei bambini possano tornare a sorridere, così come nella vostra regione ovunque nel mondo”.


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