Si è tenuto oggi presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale – in videoconferenza con la Prefettura di Firenze – il terzo di una serie di incontri con il territorio dell’Organismo permanente di supporto al “Centro di Coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti”, presieduto dal Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza – Direttore Centrale della Polizia Criminale, Prefetto Vittorio Rizzi, e composto da rappresentanti di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e Federazione Nazionale della Stampa Italiana. La riunione è stata copresieduta dal Prefetto di Firenze, Valerio Valenti, ed ha visto la partecipazione dei Prefetti di Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa-Carrara, Pistoia, Prato e Siena, nonché dell’Assessore alla Sicurezza Urbana del Comune di Firenze, dei vertici delle Forze di polizia del capoluogo, del Presidente Ordine Giornalisti Toscana, del Presidente Assostampa Toscana e di numerosi altri giornalisti toscani. L’iniziativa è stata promossa al fine di garantire vicinanza ai territori interessati dal fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti. Il Prefetto Rizzi ha sottolineato come le minacce ai giornalisti non devono essere oggetto di sottovalutazione ed ha ribadito l’importanza di una tempestiva ed efficace condivisione delle informazioni fra forze di polizia e professionisti dell’informazione per consentire un’analisi sempre più puntuale ed approfondita del fenomeno. Ha, inoltre, assicurato la massima attenzione rispetto alle segnalazioni che provengono dal mondo dell’informazione, al fine di garantire la prevenzione e il contrasto di ogni forma di compressione della libertà di stampa. Il Prefetto di Firenze, intervenendo anche a nome dei colleghi della Toscana, ha confermato che è “massima l’attenzione riservata dalle Forze di Polizia e dalle Prefetture ai fenomeni di violenza, non solo verbale ma purtroppo a volte anche fisica, ai danni dei giornalisti e allo stesso tempo ha messo in luce la grande fiducia reciproca che intercorre tra i rappresentanti dell’informazione e gli esponenti della sicurezza pubblica per supportare e consolidare il rapporto, anche estendendo tale sinergia alla magistratura. Solo una stampa libera e affrancata dalle minacce, mai vittima di pressioni non sempre trascendenti in reati ma spesso subdole, è garanzia di vera democrazia e di pluralismo di pensiero”.