Sembra vedersi una luce alla fine del tunnel della vicenda del Gridas. Due giorni fa la notizia di una sentenza del Tribunale di Napoli, che intimava all’associazione senza scopo di lucro, fondata nel 1981 a Scampia dall’artista Felice Pignataro e la “sua compagna di vita” Mirella La Magna, “l’immediato rilascio” dei locali di via Monterosa, per “l’occupazione senza titolo” della struttura, condannando gli attivisti anche al pagamento delle spese processuali e di vari oneri, per un totale di oltre diecimila euro. Come anticipato da Ilaria Urbani su “Repubblica Napoli”, David Lebro – presidente dell’Acer, ente regionale proprietaria dell’immobile – si dichiara disponibile a dare i locali, dove ha sede il presidio di resistenza, in permuta al Comune di Napoli, così che la struttura diventi definitivamente un centro sociale. Dando seguito ad una delibera del 2020 dell’amministrazione de Magistris, che dichiarava il Gridas “bene comune”.
#ILGRIDASNONSITOCCA è stato il grido d’allarme del presidio di resistenza, premiato proprio nel suo recente quarantesimo carnevale, per i venti anni di Articolo21 Campania. “Esiste, nella periferia nord di Napoli – scrivono gli attivisti in una lettera aperta – un luogo che funge da ministero nascosto, un ministero non ufficiale per la formazione di uomini e donne alla cura del prossimo. Questo luogo si chiama GRIDAS – gruppo risveglio dal sonno- creato nel 1981 da un pittore, Felice Pignataro, da sua moglie, Mirella La Magna, e da altri che hanno speso la loro vita per rendere migliore quell’angolo di mondo denominato Scampia. Da allora, non solo bambini e adolescenti, ma anche adulti che praticano il campo dell’educazione, hanno beneficiato di questa esperienza gratuita e disinteressata a ogni forma di riconoscimento. Felice è scomparso nel 2004 ma il GRIDAS esiste ancora ed è da qui che è nato quel Carnevale di Scampia che tutti gli anni, dal 1983, raduna a Napoli giovani da tutta l’Italia e che mette a confronto scuole e volontariato e abitanti del quartiere. A Felice è dedicata la stazione della metropolitana di Scampia e importanti musei hanno celebrato i suoi disegni e i suoi murales, frutto di creazioni realizzate insieme ai bambini. Numerosi sono gli insegnanti e gli educatori e gli artisti che hanno perfezionato i loro metodi grazie all’incontro con il gruppo del GRIDAS, con i suoi laboratori e con le sue iniziative, e il GRIDAS non ha mai chiesto niente in cambio. Oggi noi vogliamo chiedere qualcosa per lui”. E all’appello hanno risposto in tanti. Il primo è stato Roberto Saviano, che proprio al Gridas nel 2006, nel corso del festival “Periferie del Mondo – Periferia Immaginaria”, presentò in anteprima mondiale “Gomorra”. “C’è un posto, a Napoli – scrive lo scrittore su facebook – che tiene la ragione al riparo dal sonno, e lo fa con i colori, con i suoni, accogliendo, preservando, salvando. Voluto dall’artista Felice Pignataro, il GRIDAS ha riqualificato uno spazio abbandonato a se stesso. Pignataro ha dato anni, sudore, picconate, risorse per renderlo non solo accessibile, ma un rifugio, un laboratorio, un cuore pulsante e che ogni anno regala al quartiere una splendida festa di Carnevale in cui, con i volti colorati e il cuore danzante, si fa politica insieme, si riflette su temi fondamentali per il tessuto sociale. Sgomberare il Gridas, cancellare la sua storia, sarebbe un danno incalcolabile per Scampia e per Napoli”. Intanto anche Il sindaco Gaetano Manfredi e l’intera Amministrazione comunale, in collaborazione con la Regione e l’Acer (proprietario dell’immobile in questione), si stanno adoperando con un tavolo tecnico comune, per individuare la soluzione amministrativa in grado di far proseguire le attività del Gridas, “fermo restando il rispetto degli obblighi di legge”. Per ora gli attivisti del Gridas si incontreranno, venerdì prossimo, in una riunione di coordinamento per rilanciare la mobilitazione.
“Il Carnevale di Scampia con i carri allegorici le maschere, le bande musicali senza il Gridas non esisterebbe – affermano in una nota il senatore Sandro Ruotolo e lo scrittore Maurizio De Giovanni – Napoli non può rischiare di perdere un’istituzione culturale, un centro sociale di pubblica utilità, che dal 1981, prima di tutti, presente e operante nel deserto di Scampia dove ha portato l’arte, la didattica, le buone pratiche, il cineforum e tanto altro al servizio della comunità. L’auspicio e l’appello lo rivolgiamo al Comune di Napoli e alla Regione Campania, affinchè riescano a trovare con celerità una soluzione amministrativa a una vicenda che si trascina colpevolmente da troppi anni. Il Gridas è un baluardo contro il degrado, il vero vaccino contro la subcultura e i disvalori della camorra, un riferimento irrinunciabile che attraverso l’esempio laborioso, lo stare insieme, il ritrovarsi contribuisce da oltre 40 anni a progetti di vita alternativi”.
E tanta solidarietà anche dal mondo della cultura, dell’arte, del terzo settore, con le firme di Marisa Laurito, lo sceneggiatore Maurizio Braucci gli scrittori Erri De Luca e Peppe Lanzetta, i fotografi Cesare Accetta, Antonio Biasucci, Mario Spada, il regista Pietro Marcello, Maurizio Del Bufalo, coordinatore Festival Cinema Diritti Umani Napoli, i musicisti Daniele Sepe, Maurizio Capone, Daniele Sanzone e gli ‘A 67, Enzo Avitabile, Lino Vaieretti, Gli Zezi Gruppo Operaio e Zulù (dei 99 Posse).