Era il 24 marzo 1944, 78 anni fa. Le truppe di occupazione naziste trucidarono 335 persone a Roma come rappresaglia per l’azione dei gap romani in cui morirono 33 militari tedeschi. L’eccidio delle Fosse Ardeatine fu anche la più ampia strage di ebrei compiuta sul suolo italiano.
Sono trascorsi quasi 8 decenni. Ma resta il dovere della memoria. Per questo oggi le più alte cariche dello Stato hanno voluto commemorare quel massacro.
La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha voluto ribadire che “l’eccidio delle Fosse Ardeatine è quanto di più aberrante l’umanità sia riuscita a raggiungere nei crimini di guerra. Questa preziosa memoria sia per tutti noi un monito a non abbassare mai la guardia di fronte alla tutela della dignità umana come limite invalicabile anche nelle situazioni di conflitto armato. È una prospettiva di cui oggi più che mai dobbiamo essere garanti rispetto ai tanti scenari di crisi che il quadro geopolitico globale ci presenta”.
“L’eccidio delle Fosse Ardeatine è una ferita profonda nella storia del nostro Paese – ha detto il presidente della Camera Roberto Fico – Questi martiri, insieme a tutte le altre vittime civili della barbarie nazifascista, appartengono alla nostra memoria collettiva: custodirne il ricordo rappresenta un dovere civile e morale per ognuno di noi. Dobbiamo dunque fare di questa pagina dolorosa un ammonimento perenne, un messaggio che non resti imprigionato tra le righe di un testo di storia, ma sia vissuto nel presente, nell’approccio quotidiano con gli altri, nella visione di una società in cui ognuno abbia il suo spazio, le sue idee, le sue opportunità, la sua dignità.