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Articolo21 Campania, per connettere, nel segno della fratellanza, realtà diverse

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Per dirla alla Felice Pignataro, il grande attivista e il più prolifico muralista del mondo, definizione coniata per lui da E. H. Gombrich, del Warburg Institut di Londra, in alcune zone periferiche reali e dell’anima, l’arte, la solidarietà deve essere vista come “un pronto soccorso culturale”. In questo senso dal 2016 – come portavoce di Articolo21 Campania – ho sempre cercato di creare una rete di forti connessioni tra diverse realtà del terzo settore, della cultura, dello spettacolo, dello sport. Spesso mi adopero per mettere a disposizione la mia professione di addetto stampa per supportare manifestazioni no-profit, ma anche per creare delle strategie di comunicazione che superino le barriere della burocrazia. Questo è accaduto, recentemente, quando ho abbracciato la causa del Gridas. L’associazione senza scopo di lucro, fondata nel 1981 a Scampia dall’artista Felice Pignataro e la “sua compagna di vita” Mirella La Magna, aveva ricevuto, nei giorni scorsi, una sentenza in cui si intimava agli attivisti l’immediato rilascio dei locali di via Monterosa, per “l’occupazione senza titolo” della struttura, condannando gli stessi anche al pagamento delle spese processuali e di vari oneri, per un totale di oltre diecimila euro. Seguendo il grido di allarme #ILGRIDASNONSITOCCA, mi sono adoperata, nel mio piccolo, non solo per diffondere la notizia alla stampa, ma anche per smuovere appelli illustri, cercare soluzioni istituzionali, fare incontrare – nel segno della libertà di espressione – realtà che avrebbero fatto fatica a parlare.

Una sorta di “missione”, non a caso iniziata, con la premiazione proprio del “Gridas” (Gruppo Risveglio dal Sonno) al loro quarantesimo Carnevale per i venti anni di Articolo21. Perché come sostiene Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa, la luce bisogna accenderla molto prima che i fatti incresciosi accadano. E i riflettori li ho accesi da subito anche per chiedere #VeritàegiustiziaperMarioPaciola.

Conobbi Mario Paciolla qualche anno fa a Napoli, ero nel pieno dei preparativi di “Imbavagliati”, Festival Internazionale di Giornalismo civile, che dirigo da cinque anni; mi propose di invitare una testimone/giornalista sotto minaccia. Mi colpi l’entusiasmo, la grinta, di questo ragazzo esile, ma molto più forte della sua forza. Mario, impegnato come osservatore dell’Onu per il rispetto degli Accordi di Pace a San Vicente del Caguàn purtroppo è stato trovato morto a casa sua il 15 luglio scorso, a soli 33 anni. Per quello che è stato un omicidio, travestito da suicidio, mi sono adoperata per raccontare la sua vicenda attraverso articoli e dando immediatamente il supporto di Articolo21. Con un primo accorato evento realizzato il 30 luglio nella Villa Comunale di Napoli, si sono moltiplicate le iniziative per portare l’attenzione su questo caso irrisolto. Striscioni, murales, festival, strade e luoghi dedicati, tanti Comuni italiani che hanno chiesto con forza verità e giustizia per il valoroso “costruttore di Pace”, così come lo definiva in una vignetta Mauro Biani.

La sesta edizione di “Imbavagliati” l’ho voluta dedicare proprio al nostro valoroso concittadino Paciolla, premiando la giornalista colombiana Claudia Julieta Duque “per il suo coraggio, nel difendere i diritti degli ultimi” e per aver scoperchiato il caso attraverso le sue importanti inchieste.

Con Anna e Pino Paciolla, i legali della famiglia, il presidente della FNSI Giuseppe Giulietti, la portavoce di Articolo21 Elisa Marincola, il segretario del SUGC Claudio Silvestri, gli amici di Mario e in rappresentanza del gruppo #giustiziaperMarioPaciolla, Simone Campora e Daniele Grano, il 28 marzo dell’anno scorso, nel giorno del compleanno di Mario, ho organizzato una significativa manifestazione telematica con “Imbavagliati” sul sito www.imbavagliati.it

Dopo aver consegnato con Renato Parascandalo una targa ai suoi coraggiosi genitori in occasione della Festa a Roma di Articolo21, mi sono messa a disposizione per coordinare l’organizzazione e la comunicazione, coinvolgendo tanti personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, come Eugenio Bennato, per la giornata di commemorazione a Napoli di Paciolla, ad un anno dalla sua dipartita. Evento che ho anche presentato.

In linea con tutto questo, mi è sembrato necessario premiare ieri, al SUGC, con il segretario Silvestri, l’organizzazione comunitaria #giustiziaperMarioPaciolla Un gruppo di persone coraggiose e coerenti, che fin dall’inizio non hanno creduto neppure secondo al suicidio di Mario. E che ogni giorno sui social, riportano notizie del loro amico, raccolgono adesioni, testimonianze, organizzano manifestazioni.

Importante anche la targa consegnata a padre Alex Zanotelli, cheattualmente vive nel quartiere Sanità di Napoli, uno dei simboli del degrado sociale, ma anche della possibilità di rinascita, del nostro Paese, dove porta avanti un solo obiettivo: “Aiutare la gente a rialzarsi, a riacquistare fiducia”; fondamentale il riconoscimento a Marilena Natale, giornalista sotto scorta e fondatrice dell’associazione “La Terra dei cuori”, con la quale vengono aiutati tanti bambini vittime della Terra dei fuochi.

All’incontro era presente anche il giornalista sotto scorta Mimmo Rubio e la giornalista minacciata Luciana Esposito, il cronista afghano Najeeb Farzad, rifugiato in Italia perché ricercato nel suo Paese e Fatou Diako. La “nostra” presidente, con la quale sto promuovendo, sempre nel segno di Articolo21, tante iniziative, come “Un calcio razzismo”. Un Mundialito internazionale, dove per la prima volta, nello stesso campo, giovani cittadini migranti rappresentanti di diciannove squadre internazionali, si sono sfidati contro la formazione dei parlamentari italiani, una squadra espressione della Polizia di Stato, del Tribunale di Napoli e di due ordini professionali campani (quello dei medici e quello degli avvocati) alla presenza di tante istituzioni, come il presidente della camera Roberto Fico e il sindaco Gaetano Manfredi.


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