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8 marzo. Non Una Di Meno. Lo sciopero femminista e transfemminista contro la guerra

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L’ 8 marzo 2022 NON UNA DI MENO chiama tutte e tuttə allo SCIOPERO CONTRO LA GUERRA, proclamato da Non Una Di Meno e indetto da diverse sigle sindacali. Circa 30 città in mobilitazione in tutta Italia

Esprimere un netto rifiuto della guerra per Non Una di Meno significa rifiutare di schierarsi da una parte o dall’altra di due potenze mondiali in competizione per affermare il proprio potere. Le femministe condannano Putin e un governo invasore che usa la violenza di stato e il nazionalismo con le parole d’ordine di casa, patria e famiglia, ma anche chi in Europa e in Italia strumentalizza questa condanna per fomentare una corsa agli armamenti e giustificare un intervento bellico. 

Mentre le sanzioni economico-finanziarie non scalfiscono il potere degli oligarchi russi ma stanno già duramente colpendo la popolazione civile, la guerra russo-ucraina sta rimettendo in discussione il già problematico progetto di rilancio economico europeo, avviato con NextGeneration Eu e con il PNRR. Le sue conseguenze saranno gravi anche in Europa e innescheranno una nuova pesantissima crisi economica globale. A pagarne il prezzo più alto saranno coloro che sono già stati pesantemente colpiti dalla crisi pandemica, le persone più povere, le donne, chi rifiuta i ruoli di genere, le persone migranti bloccate ai confini.

Non Una Di Meno si oppone a chi, anche in Ucraina, utilizza il nazionalismo come strumento di oppressione e discriminazione, e alla logica di un’accoglienza diversificata per i profughi, che ai confini dell’UE respinge o accetta in base al colore della pelle e alla nazionalità di provenienza.

Le femministe esprimono la loro solidarietà a chi sta subendo le violenze della guerra, allə migranti, ucraine e non, che fuggono dalle devastazioni, a tuttə coloro che in Russia si stanno ribellando al governo autoritario di Putin e sfidano la repressione più dura, alle donne ucraine in Italia, spesso costrette a condizioni di sfruttamento e emarginazione dal vincolo del permesso di soggiorno. Lo sciopero femminista e trasfemminista mette anche in discussione le condizioni violente della pace che produce violenza istituzionale, sui confini e gerarchie.

Insieme alle femministe russe e in tutta Europa, Non una di Meno chiede una cessazione immediata delle operazioni militari, di avviare le politiche di disarmo e di rifiuto dei patti miliari, un trasferimento delle spese militari al welfare, all’istruzione e alla sanità, libertà di movimento e un permesso di soggiorno europeo incondizionato per tutte e tuttx.

#scioperocontrolaguerra #Feministsagainstwar


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