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Ucraina, una guerra preparata

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E’ lo stato con la maggiore superficie. Subito dopo vengono Antartide e Canada. Si tratta della Russia.

Eppure ha un prodotto interno lordo (PIL) nominale pro capite inferiore a quello dell’Italia. Ma dopo una crisi iniziale, post dissolvimento dell’Urss, l’economia russa si è ripresa. Soprattutto nel primo decennio del XXI secolo con una grande crescita delle esportazioni di petrolio e di gas. Inoltre è ricca di risorse naturali (è il più grande esportatore mondiale di fertilizzanti e di palladio, un componente cruciale per l’industria automobilistica, ed è una grande potenza militare con specifiche capacità di risorse umane. Così ha avuto la possibilità di prepararsi militarmente ed economicamente per l’invasione della Ucraina.

Una preparazione che nasce nel 2014 con l’annessione della Crimea e le connesse autodichiarazioni di indipendenza delle due repubbliche del Dombass. Ma a seguito di ciò la Russia ha dovuto subire le conseguenze delle sanzioni internazionali ed ha bandito l’importazione di cibo da UE, USA e altri Paesi. Il popolo russo ha imparato a farne a meno ricorrendo ad altri approvvigionamenti. Ha quindi ridotto la dipendenza “dall’Occidente” ed ha stretto sempre più il legame con la Crimea eliminandone l’isolamento via terra (attraverso cui confinava solo con l’Ucraina) tramite il collegamento diretto con il confine russo costruendo velocemente il ponte più lungo d’Europa: il ponte di Crimea o di Kerč’, progettato nel 2014 subito dopo l’annessione. Così la Russia ha avuto un altro passaggio via terra verso l’Ucraina e un maggior controllo marittimo dell’acceso al mar d’Azov e, soprattutto, dell’uscita verso il mar Nero.

Non solo, le conseguenze delle sanzioni hanno spinto Mosca a guardare verso l’Oriente. Da allora, sempre nel 2014, la Russia si è attivata per la costruzione del Power of Siberia. Ovvero Forza della Siberia, il gasdotto della Gazprom situato nella Siberia orientale, che trasporta gas naturale in Cina. Il gasdotto è stato inaugurato alla fine del 2019 alla presenza di Vladimir Putin e Xi Jinping.

La Cina, per ora, è la seconda economia mondiale tanto che, nell’ultimo anno, per effetto della sua incrementale domanda di energia, ha contribuito a farne aumentare il prezzo. E Putin ha approvato anche il progetto Power of Siberia 2.

Ma l’Europa? Mentre la Russia dal 2014 diversificava in Oriente, l’Europa accresceva la sua dipendenza dal gas russo.

Inoltre, su The Guardian il capo economista per la banca di investimento Berenberg, Holger Schmieding, evidenzia che la Russia grazie alle sue esportazioni di petrolio e gas ha costruito solide difese finanziarie. Ha riserve in valuta estera per circa 500 miliardi di dollari ed ha livelli estremamente bassi di debito nazionale. Mentre per esempio la pandemia ha fatto salire il rapporto debito nazionale/PIL del Regno Unito al di sopra del 100%, in Russia è inferiore al 20%.

Nel breve periodo l’economia russa sembrerebbe quindi in grado di resistere alle misure economiche che Bruxelles e gli Stati Uniti si preparano a inasprire dopo quelle messe in campo inizialmente. Speriamo che lo sia anche l’Europa nei confronti delle contromisure russe e degli inevitabili aumenti del costo dell’energia.

Ma la guerra più grande, quella vera, si sta combattendo in Ucraina con morti, profughi, dolori e sofferenze di civili innocenti che volevano la pace.

Una guerra che doveva essere evitata. Già dal 2014.


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