Tito era un monumento, un pezzo di storia del giornalismo mondiale e della storia del costume italiano. Ha raccontato dai microfoni della Rai dalle Olimpiadi di Roma nel ’60 fino al grande calcio degli anni ‘80 e ’90. Il giornalista sportivo più popolare della storia della televisione italiana. Ma l’aggettivo sportivo è molto riduttivo.
Stagno era un grande narratore, un professionista rigoroso, severo, pignolo, testardo come solo i sardi sanno essere, preciso e costantemente preoccupato di non far comprendere tutto e in modo chiaro al suo pubblico, il suo costante riferimento.
E quel pubblico non lo ha mai abbandonato, lo seguiva ad ogni evento anche negli ani della vecchiaia, quado Tito, sempre affascinante e disponibile, ricordava i passaggi incredibili della sua carriera straordinaria.
Per la gran parte degli italiani è l’uomo della luna. Il cronista che chiuso in una cabina e collegato con Huston e con l’Apollo 11, fece “atterrare” anche tutti noi sul suolo lunare quelle notte fra il 21 e il 22 luglio del 1969.
A qualsiasi età ciascuno di noi possa aver vissuto quella notte non potrà mai dimenticarla e quella notte ha la voce emozionata di Tito Stagno, della sua discussione con Ruggero Orlando, della sua emozione nel momen to in cui Neil Amnstrong lacia la sua orma lassù, dove allora pensavamo che forse presto saremmo perfino andati in vacanza!
Erano tempi meravigliosi, che Tito volle ripercorrere per una giornata intera nel 2009 con una 24 ore di TV su Rai Storia per ragionare di come tutto fosse cambiato ma al tempo stesso segnato da quelle imprese spaziali ormai lontane.
Era uno dei maestri della stagione più bella del giornalismo della Rai e gli piaceva insegnare, parlare ai giovani, trasmettere la propria esperienza. Sempre in modo gentile, un passo indietro, con cortesia, mai un gesto di invadenza, mai un gesto di superiorità. Mister Moonlight, dal titolo di un suo libro, era sempre rimasto un ragazzo di provincia molto curioso e desideroso di essere testimone ma anche protagonista del suo tempo.
Gli è riuscito. Non ha solo raccontato la luna e lo sport, ha seguito Kennedy, Papa Giovanni, Paolo VI, il presidente Saragat, senza mai cercare le copertine, senza mai comportarsi da star, legato indissolubilmente alla sua famiglia, alle meravigliose figlie Caterina e Brigida.
Ecco, Tito Stagno per la generazione come la mia che ha cominciato a calpestare i corridoi di Via Teulada alla fine degli anni ’70 era un modello, ma non solo di mestiere ad altissimo livello, ma di umanità, di eleganza, di semplicità.