Secondo una simulazione effettuata da una società di consulenza tecnica, dal prossimo 1. marzo il panorama che si verrebbe a delineare a causa della pianificazione di un’unica frequenza per il Veneto escluderebbe dalla ricezione del segnale locale più di 1 milione di cittadini veneti creando gravissimi e molteplici danni rispetto al principio costituzionale del pluralismo dell’informazione e ipotecando la sopravvivenza del settore con la conseguente necessità, nella migliore delle ipotesi, di ridurre investimenti e posti di lavoro.
Il Sindacato giornalisti Veneto si unisce alle preoccupazioni espresse dagli editori e sollecita il Mise a inserire nella legge di conversione del “decreto Milleproroghe” ora in discussione a Montecitorio, un emendamento improcrastinabile che consenta autonomamente all’Agcom di avviare una ricognizione delle criticità e la loro risoluzione prima dello spegnimento degli attuali impianti. Questo al fine di evitare il black out dell’emittenza televisiva locale in un momento storico come l’attuale, con la pandemia ancora in corso, che ha evidenziato ancora di più l’importanza dei notiziari e degli approfondimenti giornalistici non solo nazionali ma anche regionali e territoriali.