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L’Angelus di Papa Francesco contro guerra e parole d’odio

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Un intervento che da un nuovo significato all’incontro l’1 marzo organizzato da Articolo21 alla Moschea di Roma

Papa Francesco instancabile operatore di pace. Durante l’angelus di oggi non solo l’accorato appello per la fine della guerra in Ucraina, ma per tutte quelle guerre dimenticate come in Yemen, Siria, Etiopia che sin dall’inizio del suo pontificato le ha definite “ la terza guerra mondiale a pezzi”. Ora il conflitto ritorna dopo 30 anni nel cuore dell’Europa per questo il suo appello è rivolto a tutti, credenti e non, ognuno deve sentire nella propria coscienza la responsabilità di diventare un operatore di pace. Ed ha invitato tutti mercoledì 2 marzo al digiuno ed alla preghiera per implorare la fine della guerra. “Chi fa la guerra – ha detto il pontefice – dimentica l’umanità, non guarda alla vita concreta delle persone , ma mette davanti a tutto interessi di potere. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi e si distanzia dalla gente comune che vuole la pace, gente comune che è la vera vittima, paga sulla propria pelle la follia della guerra”. Per rafforzare il suo pensiero sulla pace Bergoglio ha citato anche l’articolo 11 della Costituzione Italiana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Altra parte dell’angelus dedicata alle parole d’odio che spesso corrono veloci nel mondo digitale. “Troppe – ha detto il Pontefice – veicolano rabbia ed aggressività, alimentano notizie false ed approfittano delle paure collettive per propagare idee distorte”. Le parole hanno un peso. Domandiamoci allora che genere di parole utilizziamo, ha sottolineato Bergoglio, parole che esprimono attenzione, rispetto, comprensione, vicinanza oppure parole che inquinano il mondo spargendo veleno e che alimentano aggressività. “Abusare della parola equivale a disprezzare l’essere umano” la citazione che il Papa legge ai fedeli in piazza San Pietro. Non a caso. A pronunciarla fu Dag Hammarskjold segretario generale dell’Onu e premio nobel per la pace. Morì in un incidente aereo nel 1961 durante una missione di pace in Congo.

Le parole del Papa danno un nuovo significato all’iniziativa organizzata da Articolo 21 con l’Ordine dei giornalisti del Lazio martedì 1 marzo alle ore 10 presso la sala convegni della Moschea di Roma. Al convegno dal titolo:”Informazione : dal no all’odio al sì alla fratellanza” parteciperanno padre Antonio Spadaro direttore de “La civiltà cattolica”, Abdellah Reduane – segretario del Centro Culturale Islamico, Nader Akkad Imam della Moschea di Roma, Naim Nasrollah Presidente del Centro Culturale Islamico, Daniele Garrone Presidente Federazione Chiese Evangeliche, Guido D’Ubaldo Presidente Ordine dei Giornalisti del Lazio, Beppe Giulietti Presidente FNSI.


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