Firenze, Odeon CineHall – Nati assieme all’umanità i mostri hanno sempre rappresentato la paura di ciò che non si conosce; temuti, rifuggiti, disprezzati, additati come origine di ogni male, da sempre i figli di Lilith (la madre dei mostri) sono usati come capro espiatorio per quanto accade di maligno, un feticcio da incolpare per mantenerci al sicuro dall’intollerabile terrore dell’ignoto. Guillermo del Toro ha sempre amato i mostri inserendoli in ogni suo film, e Nightmare Alley non fa eccezioni, anzi forse è il film che più parla di mostri, e di come il padre e la madre di ogni mostro sia l’animo umano. Tratto dal romanzo del 1946 di William Lindsay Gresham la pellicola si ambienta nel mondo di confine fra il vecchio mondo attraversato da superstizioni e magia e il nuovo caratterizzato da logica e razionalità. La crisi del ‘29 è appena finita, le auto e i cavalli coesistono lungo le strade in terra battuta e una nuova grande guerra incombe, la nebbia si condensa sopra i lunghi cappotti e i cappelli a falda larga. Ancora prima che i dialoghi abbiano modo di iniziare, la pellicola ci ha già rapito il cuore con una fotografia eccellente e una colonna sonora eccezionale, facendoci capire che il pluripremiato regista messicano ha messo a segno un nuovo trionfo. L’atmosfera in cui siamo proiettati corre fra il romanzo gotico e il thriller dall’animo noir, e questo nero è anche dentro l’animo dei personaggi: vagabondi, girovaghi, gente del circo fino ai ricchi abitanti delle città, tutti macchiati da quel grigiore della natura umana sempre scontenta di ciò che ha, sempre desiderosa di ciò che non ha, per citare Dumas.
Ai personaggi dell’intreccio la produzione ha reso onore con un cast da togliere il fiato, che sotto la direzione del maestro del Toro riesce a splendere con ancora più potenza. Bradley Cooper lascia di stucco con una interpretazione magistrale capace di accompagnare il personaggio di Stan Carlisle nelle sue metaforfosi, ma la vera regina della pellicola è Cate Blanchett con il personaggio di Lilith (se il nome vi pare casuale rileggetevi le prime righe di questo articolo): magnetica psicanalista in grado di tenere testa alle fraudolente capacità medianiche di Stan. La trama è semplice, serrata, senza forzati colpi di scena sopra le righe poiché misera è l’esistenza degli uomini, dipinta fra virtù e vizi senza la necessità di una morale di fondo, con l’intento di completare un affresco dell’animo umano senza compatirlo né denigrarlo. Un film eccezionale che non poteva evitare la candidatura agli Academy Awards.
Ringraziamo Odeon CineHall Firenze per la collaborazione http://www.odeonfirenze.com/