BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

“Il sindacato deve avere come modello l’inclusione per tutelare i diritti dei lavoratori”. Intervista al segretario generale di Unisin Emilio Contrasto

0 0

Unisin è un sindacato autonomo formato dall’integrazione di tre storiche sigle sindacali del settore (Falcri, Silcea e Sinfub) che tutela le lavoratrici ed i lavoratori dei settori credito, assicurazioni e riscossione ed aderisce anche alla confederazione autonoma Confsal.

Emilio Contrasto è il Segretario Generale che alle tradizionali e storiche battaglie per i contratti nazionali e aziendali ha affiancato anche quelle per l’inclusione ed i diritti della persona.

 

Segretario Contrasto, perché la scelta di schierare il sindacato su tematiche spesso marginali nelle relazioni sindacali come la disabilità, la violenza sulle donne o le morti sul lavoro?

“Mi permetta innanzitutto di fare gli auguri all’associazione Articolo 21 per i suoi 20 anni di vita, un presidio di libertà, grazie alle tante battaglie su tematiche essenziali, come la libertà di stampa e la difesa del diritto all’informazione, e per aver acceso spesso le luci su questioni poco dibattute nel mainstream e che invece dovrebbero avere l’apertura delle principali testate nazionali. In particolare mi riferisco alla tragedia delle morti sul lavoro: ogni lavoratore che perde la vita mentre svolge la sua attività è una sconfitta per il sindacato”.

 

Colpisce questo impegno del suo sindacato nell’affrontare le tradizionali tematiche del lavoro unite al contesto familiare e sociale dei lavoratori del credito. E’ una valorizzazione della dimensione meno individualistica e più globalizzante dell’impegno sindacale?

Nei settori in cui Unisin – Confsal opera storicamente, siamo stati sempre avanti in tal senso: welfare, fondo di solidarietà, conciliazione vita-lavoro sono modelli d’eccellenza nelle relazioni sindacali. Ma è fondamentale tenere viva l’attenzione su questi argomenti perché non basta raggiungere buoni risultati: occorre impegnarsi per difendere le conquiste e stimolarne altre, ricercando il miglior equilibrio possibile tra le ragioni della produzione e il benessere delle persone. Una prospettiva d’azione globalizzante: se rafforziamo i diritti individuali senza dimenticare le esigenze del contesto ambientale di riferimento del lavoratore (famiglia e società), saremo più vicini all’ obiettivo di un benessere collettivo e reale capace di costruire la pace sociale”.

 

A novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, avete promosso varie iniziative.

Sì, non solo in occasione di questa giornata. Abbiamo pensato alle donne vittime di violenza non soltanto con una campagna d’informazione – attraverso i nostri siti e canali social – ma anche ricercando buone intese con l’ABI (Associazione bancaria italiana) in sinergia e in modo unitario con gli altri sindacati del settore. Sono stati raggiunti importanti obiettivi: protocolli, intese e dichiarazione che mirano a tutelare le lavoratrici vittime di violenza insieme ai loro figli. Ma Unisin – Confsal non si fermerà qui. Per il 2022 abbiamo in programma altre iniziative su questa inaccettabile piaga sociale.

 

Comunque per Unisin resta importante affrontare argomenti tradizionali con occhio sempre vigile sulle tematiche sociali come i diritti dell’infanzia, le pari opportunità, la libertà d’informazione, il diritto alla salute, la cultura.

Sì, stiamo lavorando molto su queste tematiche ed in modo sinergico con tutte le migliori forze del Paese. Un Paese che ci piacerebbe vedere unito e incline a fare sistema per il bene comune. Se tante sono le materie da trattare, bisogna coinvolgere tutti in maniera trasversale e sinergica. Così nei nostri progetti facciamo appello a chiunque possa contribuire alla crescita economica e sociale: istituzioni dello Stato, politica, media, scuola, università, società civile, associazioni, aziende. Da soli è difficile raggiungere risultati d’eccellenza. Sembra strano che questi messaggi partano dal settore del credito, ma riteniamo che il nostro percorso possa diventare un punto fermo dal quale ricominciare a crescere tutti insieme con l’obiettivo di trovare il migliore equilibrio possibile tra le ragioni dell’economia e quelle della società”.

 

Prima della pandemia avete organizzato una serie d’incontri itineranti, dal Nord al Sud del Paese, sulle tematiche dell’inclusione, del welfare e della sostenibilità, affrontando tante problematiche che incidono sulla vita dei lavoratori. Avete condensato questa esperienza in una pubblicazione presentata anche alla Presidente della Commissione lavoro della Camera, On. Romina Mura.

“Sì, un libro che ha lo stesso titolo del lavoro che l’ha preceduto, un programma da noi definito“itinerante” perché concepito come un tour nazionale per la sostenibilità del lavoro che chiama in causa l’intero Paese: NOI DIVERSAMENTE UGUALI. Famiglia, lavoro, società. Progetto itinerante per una società più inclusiva(e-book scaricabile in fondo). Il tour è partito da Roma, presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa, per poi proseguire nelle città di Rende, Milano, Palermo e Firenze. A tal proposito vorrei ringraziare il Presidente Giuseppe Giulietti ed il segretario Raffaele Lorusso della Fnsi  per il sostegno nella fase iniziale e nel prosieguo dei lavori. La maggior parte degli Ordini regionali dei giornalisti hanno concesso i crediti formativi per i vari eventi contribuendo,con autorevolezza, a fare cultura della sostenibilità. I temi dell’inclusione a 360 gradi disabili, madri, anziani, bambini sono stati discussi anche con i responsabili delle relazioni sindacali delle Banche, con approfondimenti sugli obiettivi già conseguiti nel settore. Il progetto ha ospitato oltre 100 personalità tra esponenti del Parlamento e del Governo, giornalisti, politici, sportivi, religiosi, rappresentanti dell’associazionismo, dirigenti scolastici e rettori. Alcune di esse hanno collaborato anche alla stesura del libro. Abbiamo lavorato tutti insieme per combattere – in maniera propositiva – quella “cultura dello scarto” tanto osteggiata da Papa Francesco. Per questa imponente mobilitazione nazionale ringrazio tutti. L’attenzione delle istituzioni dello Stato non si è fermata alla prima fase del progetto. In occasione dell’uscita del libro, la Presidente della Commissione Lavoro della Camera, On. Romina Mura, ha giudicato “meritevole” la nostra iniziativa e “stimolante la sua versione in volume” affermando che “per i soggetti della politica può valere come una sorta di breviario da cui attingere per le questioni aperte con riflessioni e proposte”. Inoltre, in occasione del nostro recente incontro a Montecitorio, la Presidente Mura ha sottolineato l’importanza di “rafforzare a livello istituzionale il dialogo e la collaborazione con il sindacato dei bancari” proprio “a partire dai risultati già raggiunti nel settore del credito”.Tutto questo è per noi uno stimolo importante per proseguire sulla strada che stiamo tracciando da lungo tempo, un percorso dal quale non torneremo indietro”.

 

Quali sono, in concreto, i risultati raggiunti dal sindacato e perché è stato possibile conquistane così tanti?

“Nel settore del credito, il tasso di sindacalizzazione italiano si aggira intorno al 75% contro una media generale di tutti i settori economici che si attesta su percentuali nettamente inferiori con punte minime sulle singole realtà prossime all’1%. L’adesione al sindacato del credito raggiunge dunque- nel nostro Paese – quella famosa media generale da record che spiega la vitalità sindacale della Svezia (circa 80%), paese notoriamente molto efficace nella tutela dei lavoratori e delle loro famiglie.Una veloce lettura di questi numeri è sufficiente a dimostrare che la conquista dei diritti del lavoro non è così difficile se vi è il sostegno dei lavoratori. Coloro che – magari per moda – esprimono valutazioni critiche sul sindacato dovrebbero invece ragionare su questi numeri. Per rimanere – quindi – sulla realtà dei dati, l’elenco delle conquiste dei lavoratori del credito è ricco di stimoli. Molti altri settori hanno ripercorso la strada dei nostri accordi e protocolli. Anche il legislatore ha spesso fatto ricorso alle esperienze ed agli accordi del nostro settore per estendere strumenti di tutela ad altre categorie”.

E quali sono stati i principali obiettivi raggiunti?

“Pensando alla famiglia e ai traguardi di work-life balance, vorrei ricordarne alcuni: permessi per figli disabili o con disturbi dell’apprendimento; banca del tempo (ferie donate da lavoratori e aziende) per i dipendenti con particolari necessità familiari; possibilità di sospendere l’attività lavorativa con una retribuzione ridotta in occasioni particolari della vita; sospensione dei mutui per donne vittime di violenza; permessi aggiuntivi per i neo papà rispetto a quelli previsti dalla legge; part-time e smart working facilitati per i neo genitori; diritto alla disconnessione. Quanto alle tutele contro i licenziamenti, il nostro fiore all’occhiello è certamente il fondo di solidarietà per il sostegno dell’occupazione che tutela e forma professionalmente i lavoratori del settore senza pesare sulla spesa pubblica. Un’altra importante conquista è il Fondo nazionale per il sostegno all’occupazione (FOC) che – in un Paese dove il tasso di disoccupazione è poco confortante – procura occasioni di lavoro e formazione, finanziandosi attraverso un virtuoso meccanismo solidaristico imprese – lavoratori. Infine, per rimanere sulle problematiche più recenti legate alla pandemia, vorrei ricordare i molteplici protocolli siglati per far fronte all’emergenza garantendo le migliori tutele per la sicurezza, la salute e le urgenze familiari dei lavoratori”. “.

 

Dunque, si mostra vincente una visione delle relazioni sindacali che va oltre la tutela dei più elementari diritti del lavoro, fino ad arrivare alle nuove esigenze di work-life balance. Proprio a tal proposito, come giudica l’attuale stato normativo in tema smart working  ed in termini d’efficacia rispetto alle effettive esigenze di conciliazione vita-lavoro?

La pandemia ha fatto concretamente scoprire il lavoro agile e ha stimolato la stesura di nuove leggi in materia. Anche in tema di smart working, il nostro settore, grazie ad accordi sindacali siglati a livello nazionale e aziendale poco tempo dopo l’entrata in vigore della legge 81 del 2017, sì è trovato ad essere anticipatore e pronto ad attivarne l’impiego. Permangono alcune criticità come il rischio della disumanizzazione del lavoro e il pericolo che una semplice modalità di lavoro dipendente possa trasformarsi in una sorta di telelavoro privo di creatività. Come ho detto, il nostro settore ha già fortemente normato questa tipologia di contratto limitandone l’utilizzo e – soprattutto – mantenendolo esclusivamente su base volontaria ovviamente in condizioni di normale operatività e non per questa fase di emergenze pandemica. Lavoreremo ancora e sulla base delle esperienze fatte affinché si rimarchi il vero senso del lavoro agile come strumento di work-life balance, cercando di scongiurare distorsioni nel suo utilizzo”.

L’e-book “Noi diversamente uguali”


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21