Padre David Maria Turoldo e la regina Elisabetta II sono due persone diversissime, accomunate unicamente da un anniversario. Il 6 febbraio del 1952, infatti, Elisabetta saliva al trono, succedendo al padre Giorgio VI; il 6 febbraio 1992 padre Turoldo ci diceva addio a settantacinque anni, al termine di una vita in cui aveva posto l’uomo al centro di ogni sua attività.
La regina e il sacerdote: due vite trascorse in parallelo, senza mai incontrarsi, eppure accomunate da tragedie, sofferenze, drammi ed enormi responsabilità. Da una parte, una donna che rimane orfana a soli venticinque anni, una gioventù non vissuta a pieno, la necessità di farsi carico di un impegno che avrebbe scandito la sua intera esistenza e un senso di solitudine che fama, ricchezza e prestigio non hanno mai attenuato, specie se si considerano le innumerevoli controversie familiari che ha dovuto affrontare, talvolta anche commettendo gravi errori. Dall’altra, un uomo che visse l’inferno della guerra e scelse l’amore, nella Milano del cardinale Schuster, negli anni della Resistenza, cui contribuì attivamente, e durante l’esperienza quasi mistica di don Zeno Saltini a Nomadelfia. Padre Turoldo apparteneva, infatti, a una categoria di persone speciali: era un rivoluzionario mite e tenacissimo, un credente innamorato del Vangelo, un missionario della pace, sostenitore di quel Dio d’Avvento che ha trovato in papa Francesco la sua consacrazione. Dovette affrontare il travaglio e superare gli ostacoli che furono posti sul suo cammino da un certo universo conservatore ma non perse mai la speranza, non si arrese mai e fu così un protagonista fra i più interessanti del Novecento, capace di coniugare la caratura intellettuale e la forza spirituale, opponendosi a ogni forma di ingiustizia, all’indifferenza, alla crudeltà degli uomini e a qualunque sopruso, in piena sintonia con un altro rivoluzionario del nostro tempo come il cardinal Martini che, non a caso, ne celebrò i funerali.
Elisabetta, dal canto suo, ha attraversato il Novecento incontrandone tutti i simboli, vivendo a pieno più di una rivoluzione tecnologica e dimostrando sempre una certa modernità di pensiero e una notevole apertura nei confronti dei nuovi mezzi d’informazione. Non si è mai risparmiata, non ha mai mancato di rispetto al suo popolo, c’era durante la Seconda guerra mondiale e c’è stata il giorno degli attentati che sconvolsero Londra nel 2005. Una sovrana che ha sempre preso per mano la sua gente, venendo ricambiata con un affetto incredibile: probabilmente è così che sarà ricordata.
Due anniversari che ci restituiscono, dunque, il senso del nostro stare insieme, che ci ricordano le ragioni per cui amiamo la vita, nonostante tutto, che ci infondono coraggio e ci rendono felici di stare al mondo. Due strade che si incontrano, come in una piazza, La meraviglia dell’esistenza che ritrova un significato dopo tante traversie e ci indica un cammino.
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