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Clan Fnsi: “Il governo aiuta le aziende a far crescere il ‘lavoro povero’ e il precariato”

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La Commissione lavoro autonomo della Fnsi rinnova la propria preoccupazione per la deriva dei diritti nel mercato del lavoro dell’informazione. «Il fenomeno del “lavoro povero” sta dilagando, investe freelance per scelta e vocazione e un numero sempre maggiore di giornalisti precari, autonomi solo sulla carta, senza diritti e tutele: veri e propri “rider dell’informazione” che si trovano a reggere interi settori informativi, corrispondenze, pagine e servizi che dovrebbero essere di competenza di giornalisti subordinati, con tutte le tutele previste per chi fa parte integrante del diritto-dovere di informare ed essere informati nato dalla Costituzione», si legge nel documento approvato nella riunione del 2 febbraio 2022.

«Un quadro a tinte fosche – prosegue la Clan Fnsi -, in cui primeggia lo sfruttamento legalizzato dei contratti Co.Co.Co, che non verrà intaccato dagli investimenti decisi dal governo Draghi per affrontare una transizione digitale ancora monca. Aiuti alle aziende per oltre 600 milioni, ripartiti su diversi fondi, non intaccheranno le sacche di sfruttamento».

In mancanza di utili strumenti normativi per la corresponsione di un compenso giusto da parte dei committenti, pur esistenti ma «carenti di norme attuative», e senza nessuna soluzione all’orizzonte «complice anche la miopia degli editori», per i rappresentanti dei lavoratori autonomi «cause di lavoro, mobilitazioni, conflitto e organizzazione nel sindacato sono strade obbligate da percorrere con urgenza, assieme a un lavoro di informazione dell’opinione pubblica sulle condizioni di lavoro dei giornalisti in Italia».

E mentre «restano ancora da ampliare le forme di aiuto economico ai freelance per la crisi pandemica che ha stravolto interi settori», sul tema della rappresentanza la Commissione presieduta da Mattia Motta, coordinatore Maurizio Bekar, ricorda «l’unico, al momento, esempio virtuoso del contratto firmato da Fnsi Anso e Fisc, in cui si trovano riferimenti chiari e definiti di rappresentanza di autonomi e freelance attraverso Cdr e Fiduciari».

La Clan Fnsi invita quindi alla mobilitazione nazionale e territoriale, ricordando le principali emergenze nel comparto dell’informazione dal punto di vista dei giornalisti lavoratori autonomi, fra cui: politiche contro la precarizzazione e per il lavoro regolare, diritto all’equo compenso, provvedimenti contro le querele bavaglio, ristori Covid e sostegni al reddito anche per i giornalisti autonomi senza partita Iva, una radicale riforma dell’Ordine dei giornalisti e delle norme di accesso alla professione, norme contro lo sfruttamento del finto lavoro autonomo, aiuti ai datori di lavoro vincolati all’occupazione regolare.

Due ancora le richieste dei rappresentanti sindacali. Una revisione della Carta di Firenze, con l’invito al presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine, Carlo Bartoli, ad avviare «un percorso di riforma che passi da un’attenta verifica, aggiornamento e rigoroso rilancio assieme a Clan e Fnsi degli strumenti ordinistici di contrasto al precariato».

E una particolare attenzione al futuro dell’Inpgi, che da luglio si occuperà dei soli giornalisti autonomi e freelance: la Clan Fnsi ritiene «imprescindibile che la governance dell’Istituto sia saldamente in mano ai lavoratori autonomi» e offre la disponibilità a un incontro con gli attuali vertici dell’Ente e i rappresentanti del Comitato amministratore Inpgi2.

Alla riunione della Commissione, in videoconferenza, sono intervenuti anche i giornalisti Valerio Tripi, collaboratore precario di Repubblica a Palermo dal 1999 cui non è stato rinnovato il contratto 2022 dopo la richiesta di stabilizzazione, e Lorenzo Basso, componente di Giunta esecutiva Fnsi e del Coordinamento precari dell’agenzia Ansa, che hanno portato all’attenzione dei commissari i percorsi di organizzazione e conflitto dei colleghi all’interno del sindacato.

(Nella foto Mattia Motta e Maurizio Bekar, presidente e coordinatore della Clan Fnsi)


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