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Articolo21. Venti anni di lotte in difesa della libertà di espressione e della Costituzione antifascista

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Quasi venti anni fa nasceva l’associazione Articolo 21.
Qualche giorno prima Silvio Berlusconi, lo stesso che un ampio fronte politico e mediatico ha tentato di accreditare come un possibile garante della Costituzione, aveva chiesto e ottenuto la cacciata  dalla Rai di Enzo Biagi, Michele Santoro, Daniele Luttazzi accusati di “uso criminoso della tv”, ma di criminoso c’era solo il suo spaventoso, ancora irrisolto, conflitto di interessi.
Sarà bene non dimenticarlo neppure in questi giorni, quando lo stesso fronte vorrebbe riscrivere la storia degli ultimi trent’anni e trasformare le vittime in boia e viceversa, secondo uno schema ben collaudato dalla mafia.
“Bisogna fare qualcosa… io sono un liberale e questo signore ha oltraggiato i miei valori..” così il nostro indimenticabile Federico Orlando, braccio destro di Indro Montanelli, all’atto della fondazione  di Articolo 21.
“Non mi sono mai voluto schierare, ma qui è in gioco la Costituzione, e io sono stato un partigiano” aggiunse Sergio Lepri, che ci ha lasciato appena qualche settimana fa.

“L’articolo 21 è una colonna delle libertà individuali e collettive…” parole di Enzo Biagi, consegnate all’associazione da Loris Mazzetti e dalle figlie Bice e Carla.
“Quello che in Italia sta diventando normale, nel mondo liberale appare una mostruosità” scrisse Tana De Zulueta nell’invitarci a promuovere iniziative nelle sedi delle istituzioni europee.
Cosa che accadde, aiutati da Davide Sassoli, Paolo Gentiloni, Pasqualina Napoletano, Michele Santoro, Lilly Gruber, Lucio Manisco.
Con loro centinaia di registi, autori, artisti, uniti dall’amore per la Costituzione antifascista e per la libera circolazione delle opinioni, del segno, delle informazioni, del pensiero critico senza il quale non può sussistere l’ordinamento democratico.
Ottavia Piccolo, Monica Guerrirore, Giuliano Montaldo, Ettore Scola, Mimmo Calopresti, Daniele Vicari, Costanza Quatriglio, Andrea Purgatori, Fabio Fazio, Sigfrido Ranucci, Sandro Ruotolo, Federica Angeli, Alessandra Ballerini, Paola e Claudio Regeni, la famiglia Paciolla, i genitori e gli amici di Antonio Megalizzi e di Andy Rocchelli

Paolo Berizzi, Nello Scavo, Tiziana Ferrario, Riccardo Noury, Amnesty, don Pierino Ciotti e Libera, Flavio Lotti e la Tavola della pace… per citarne solo alcuni, ci hanno accompagnati in questi venti anni di iniziative, sempre dalla parte degli oscurati, dei cancellati, delle periferie dimenticate.
Grazie alle donne e agli uomini che hanno animato centinaia di iniziative in Italia, e non solo, e alla redazione di Articolo 21, in testa il direttore Stefano Corradino, e con lui Graziella di Mambro e Antonella Napoli che non conoscono feste, soste, pause, che rispondono sempre a chi ha bisogno di ritrovare voce e sostegno. Grazie a Federico Orlando, a Enzo Biagi, a Santo della Volpe, a Roberto Morrione, a Elisa Marincola, a Barbara Scaramucci, a Paolo Borrometi, a Roberto Natale, a Vincenzo Vita, a Tommaso Fulfaro, primo segretario dell’associazione, che in tempi e modi diversi hanno garantito e garantiscono la vita dell’associazione e con loro i rappresentanti dei tanti presidi nati in giro per l’Italia.
Ci ha sempre guidato la convinzione di dover lavorare in rete, creando collegamenti con quanti hanno scelto di curare le vite delle altre e degli altri, per usare una frase di Don Milani, diventata la stella polare dell’ultima marcia da Perugia ad Assisi, insieme sempre alle parole di Antonio Gramsci “odio gli indifferenti”
Articolo 21 non ha mai sofferto di gelosie di sigla e organizzazione, non ha mai ambito ad essere “la prima”, meglio essere ultimi, ma arrivare al traguardo insieme alle tante diversità e differenze, senza le quali ci sarebbe solo il coro del pensiero unico.
Così quando ci fu da difendere la Costituzione e contrastare i bavagli, insieme con la Federazione nazionale della stampa, decidemmo di convocare tutte e tutti in piazza del Popolo a Roma, senza  bandiere di partito, senza spirito corporativo, tutte e tutti uniti dietro una enorme bandiera tricolore e con la Costituzione tra le mani,
Allo stesso modo, in queste ore, abbiamo deciso di aderire alla giornata indetta dal Papa Francesco contro le guerre e l’invasione dell’Ucraina da parte dell’estremismo sovranista incarnato da Putin e Trump.
Ciascuno con le sue differenza, ma insieme, il prossimo due marzo, contro i muri della violenza e del terrore.
Saremo ovunque saranno promosse iniziative e presidi, sempre e comunque dalla parte della popolazione civile.
Ieri in Afghanistan, oggi in Ucraina.
I venti anni di Articolo 21 li passeremo, ancora una volta, per la strada, nelle piazze, reclamando libertà, contrastando i bavagli, illuminando oscurità e oscurantismi.
L’augurio più bello che possiamo farci è quello che questa associazione diventi presto inutile, per aver raggiunto i suoi obiettivi, e possa chiudere.
Per ora l’appuntamento è rinviato a data imprecisata.


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