Ricordare Francesco Renda, nel centenario della sua nascita, significa sottolinearne l’importante contributo alla storia del movimento contadino siciliano di cui fu dirigente sindacale, rappresentante parlamentare, regionale e nazionale, e studioso di formazione marxista. Renda condivise il suo impegno politico con tanti altri costruttori di democrazia tra cui Li Causi e Pio La Torre, maestri di vita per quelle generazioni del dopoguerra che scelsero il Pci per fare politica. Da storico Renda muoveva dall’esplorazione delle condizioni economico-sociali dei ceti sfruttati e delle lotte per il loro riscatto che contribuirono al progresso della Sicilia moderna. Da presidente dell’Istituto Gramsci di Palermo nel trigesimo dell’uccisione di Pio La Torre (30 Maggio 1982) pubblicò “Le Ragioni di una vita” raccogliendo articoli e scritti vari di Pio, lo ricorda Renda nella pubblicazione del Centro studi Pio La Torre del 2007 “Ricordi di una vita pubblica e privata”con la quale evidenzia la sua collaborazione col Centro al quale rilascerà nel 2010 una delle sue ultime interviste (www.piolatorre,it/public/video/page/intervista -a -francesco-renda).
La sua attenzione particolare al Centro era dettata dall’apprezzamento delle sue molteplici attività e dal forte legame politico e culturale con Pio La Torre con cui aveva condiviso le lotte per il riscatto della Sicilia, ma anche polemiche. È noto il contributo dello storico alla stesura della Relazione di minoranza del 1976 alla Commissione Antimafia Nazionale e alla elaborazione del ddl del1980, primo firmatario Pio, che fu recepito per intero nella prima legge antimafia dello Stato Italiano, la Rognoni-La Torre, approvata dopo gli assassinii politico-mafiosi di La Torre e Dalla Chiesa nel 1982. È altrettanto noto il giudizio dello storico sulla svolta politico-sociale-giuridica rappresentata dalla Rognoni-La Torre che ha fornito la clava giudiziaria al primo pool antimafia di Chinnici, Falcone, Borsellino, Di Lello, Guarnotta per mandare in galera gli associati di Cosa Nostra, i quali vendicandosi con le stragi del 1992 hanno sancito la sconfitta storica della mafia stragista.
Renda, inoltre, si prodigò di far conoscere l’intensa attività antimafia di La Torre raccogliendo, su incarico dell’Assemblea Regionale Siciliana, in tre volumi tutti gli interventi parlamentari e gli scritti di Pio. I tre volumi, scrive Renda, contengono la più ampia esposizione del pensiero politico di Pio e di quello che egli ha rappresentato nel mondo politico siciliano e nazionale, nel movimento contadino, nella difesa della pace e nella lotta alla mafia. Ricordarlo serve per trasmettere alle nuove generazioni il valore etico e politico di un impegno di tutta una vita spesa nella lotta per una democrazia compiuta.